Qualcuno avrà forse notato che la pagina Facebook “Beline per Marco Russo” ha improvvisamente cambiato nome, diventando “Beline Savonesi”. Il cambio è avvenuto quasi in sordina, ma da quanto trapela, pare che sia stato lo stesso sindaco Marco Russo a chiedere la modifica, o quantomeno ad “intervenire” in qualche modo. I motivi ufficiali non sono chiari, ma ciò che emerge potrebbe far pensare a un gesto dettato dal timore di urtare la sensibilità di qualcuno, magari in nome di un politically correct dal sapore vagamente democristiano.
Ma perché mai un sindaco dovrebbe preoccuparsi del nome di una pagina satirica? Forse la sola menzione del proprio nome accanto a una realtà che dovrebbe fare satira — ma che in realtà finora è sembrata più una parodia innocua e poco incisiva — è sembrata un rischio eccessivo. Eppure, c’è una particolarità evidente: la loro satira è stata finora anomala, e qui sta il paradosso. Invece di colpire il potere, come la satira tradizionalmente dovrebbe fare, questa pagina ha spesso preso di mira proprio i cittadini savonesi, quasi a volerli schernire o ridicolizzare.
Ora, con il nuovo nome “Beline Savonesi”, resta da vedere se assisteremo a una svolta nella loro linea editoriale. Cambieranno davvero rotta? Inizieranno finalmente a criticare l’amministrazione comunale, a mettere alla berlina chi governa la città? L’impressione generale, però, è che nulla di tutto ciò accadrà. È probabile che continueranno a produrre post che, invece di sfidare il potere, finiscono per alimentare un’ironica autocelebrazione di questa “fantastica amministrazione”.
E così, a Savona, la satira — che dovrebbe essere libera, mordace e capace di graffiare — rischia di trasformarsi in una versione edulcorata, politicamente allineata e, soprattutto, inefficace. Non resta che attendere e osservare se le “beline”, con questo nuovo corso, sapranno davvero guadagnarsi la licenza di pungere… oppure se resteranno semplici comparse in una rappresentazione che di comico, alla fine, ha ben poco.