Breve cronaca di un progetto infinito, tra annunci, ritardi e tante promesse (non mantenute)
C’era una volta il progetto dello svincolo autostradale di Bossarino, un’infrastruttura considerata fondamentale per evitare che i mezzi pesanti si riversassero tra Vado e Savona. Un’opera tanto promessa, quanto irrealizzata. A leggerne oggi, sembra quasi un’odissea moderna.
Nel 2011 il circolo del Partito Democratico di Vado Ligure si fa sentire, scrivendo con tono serissimo al presidente regionale Burlando e alla sua giunta. Il messaggio era chiaro: “La piattaforma si farà, e con essa lo svincolo”. L’accordo di programma, infatti, prevedeva il contemporaneo avvio dei lavori tra fronte mare e svincolo autostradale. Che fossero così ottimisti non stupisce: del resto, nel 2011 il mondo era ancora convinto che un progetto “in programma” fosse già “in costruzione”.
Ma i primi scricchiolii arrivano nel 2016, quando il presidente dell’Autorità Portuale, Gianluigi Miazza, sfodera un nuovo mantra:
“La piattaforma non si ferma, il casello sarebbe opportuno, ma non è vincolante”.
Traduzione: “Facciamone pure a meno per ora, l’importante è sembrare ottimisti”. E così lo svincolo diventa un optional, come gli accessori della macchina che nessuno può permettersi.
Nel 2017 si torna a parlare di viabilità, questa volta con una rassicurazione più concreta:
“Grazie all’accordo di programma del 2008, i lavori sono cantierabili!”. Peccato che nello stesso documento lo svincolo non venga nemmeno menzionato, come fosse un vecchio parente di cui nessuno vuole più parlare.
Anno nuovo, annunci vecchi. Nel 2019, il Comune sforna un altro proclama: “Nuovo svincolo a Bossarino per garantire integrazione ambientale e funzionale”. Parole bellissime. Peccato che i lavori siano rimasti solo nel cassetto, a raccogliere polvere insieme agli accordi di programma e ai sogni di chi voleva davvero vedere qualcosa di concreto.
Ed eccoci a oggi, con un nuovo capitolo della saga. I giornali ci informano che la pratica è all’esame del Ministero delle Infrastrutture. La Commissione VIA valuterà, mentre il viceministro Edoardo Rixi ci rassicura: “Il casello è un’opera prioritaria”.
Certo, come lo era nel 2011. Ma le priorità, si sa, in Italia hanno il passo lento. Lentissimo.
Alla fine, lo svincolo di Bossarino somiglia sempre più a un miraggio nel deserto. Doveva servire alla piattaforma container diventando un simbolo di quella politica delle promesse che scivola via come l’acqua tra le dita.
Restiamo in attesa del prossimo annuncio, sperando che questa volta non si perda “per via” (di nuovo) tra ministeri, commissioni e… dimenticanze.