Se ci avessero detto qualche anno fa che Marco Ravera, un tempo fiero oppositore di ogni progetto edilizio, sarebbe stato favorevole a nuove costruzioni, avremmo riso di gusto. Eppure, eccoci qui: l’ex esponente di Rifondazione Comunista, oggi in Sinistra Italiana, si schiera a favore del progetto sugli ex Solimano. Un cambio di rotta che ha lasciato senza parole compagni e avversari politici, oltre che buona parte della cittadinanza.
La contestazione al progetto, come prevedibile, non è mancata. Italia Nostra e altre associazioni ambientaliste hanno levato un coro di protesta, gridando: «Basta cemento! No alle nuove costruzioni lungo la costa!». Anche tra i consiglieri e le voci critiche si sono fatte sentire, Meles e Santi in prima linea nel denunciare il progetto. Insomma, una levata di scudi che sembrava destinata a trovare proprio in Ravera uno dei suoi più accaniti sostenitori. E invece…
Ravera sorprende tutti, appoggiando il progetto. L’uomo che in passato urlava contro il cemento, oggi lo apprezza. Forse è la qualità dei rendering architettonici, o magari un improvviso colpo di fulmine per i cantieri, ma il cambiamento ha lasciato basiti i suoi compagni dell’estrema sinistra. Incredulità, stupore e, chissà, forse anche qualche discussione dietro le quinte.
Resta da capire se questa “illuminazione cementizia” sia avvenuta indipendentemente dalla volontà del suo compagno di partito, il consigliere Lanza, che sui giornali ha preferito un enigmatico silenzio. Quanto all’assessore Branca, pure lei del medesimo gruppo, sembra essere troppo impegnata a preparare la lista delle sagre e delle manifestazioni natalizie da annunciare nei vari quartieri per esprimersi sul progetto. Magari l’odore di vin brulé e frittelle l’ha tenuta lontana dalle aule del dibattito.
Insomma, la politica savonese non smette mai di stupire. Forse ci vorrà tempo per capire le reali ragioni dietro questa “conversione”, ma una cosa è certa: Marco Ravera ha fatto parlare di sé. Chissà se il prossimo passo sarà un elogio pubblico al piano urbanistico comunale o, perché no, un brindisi all’inaugurazione di qualche nuovo grattacielo.