A Savona, la democrazia partecipativa fa un salto di qualità… ma con la cintura di sicurezza ben stretta. Tornano infatti le circoscrizioni, ribattezzate “comitati territoriali”, una sorta di revival in chiave moderna per dimostrare che l’amministrazione ci tiene davvero al parere dei cittadini. Peccato che questi pareri, alla fine, valgano quanto un biglietto del treno per il 1985: tanta nostalgia, ma poca utilità.
Si contano sette comitati, uno per ogni zona, con una struttura decisamente imponente: assemblea, consiglio, direttivo, coordinatori e persino un segretario. Quasi un piccolo governo ombra, ma senza il rischio che faccia ombra a nessuno.
Gli assessori Gabriella Branca e Riccardo Viaggi assicurano che si discuterà di urbanistica, mobilità, servizi pubblici e altro ancora. I cittadini potranno dire la loro su tutto… ma con la rassicurazione che le loro opinioni resteranno nel cassetto delle “belle idee non vincolanti”.
Insomma, le circoscrizioni ritornano come l’eterna promessa dell’ascolto democratico, ma con il retrogusto di un karaoke: tutti possono cantare, ma la scaletta la decidono gli altri. Forse l’obiettivo è quello di abituarci a un senso civico di “partecipazione zen”: l’importante è esserci, non influenzare.
Ma almeno, se non altro, sarà un’ottima palestra per i cittadini savonesi che vogliono esercitarsi a parlare… sapendo che nessuno li ascolterà davvero.