La sconfitta di Beppe Grillo segna la fine del Movimento 5 Stelle. La seconda consultazione online, con una partecipazione del 64,9% degli iscritti (pari a circa 58 mila votanti su 89 mila aventi diritto), ha decretato l’abolizione della figura del garante con l’80,56% dei voti favorevoli, rimuovendo di fatto il fondatore dalla struttura statutaria del partito.
Già estromesso con una prima votazione a novembre (con il 63% dei consensi), Grillo aveva richiesto un secondo voto sperando di bloccare la sua esclusione, ma la mobilitazione degli iscritti ha confermato il verdetto. Giuseppe Conte, leader del Movimento, ha accolto il risultato come un’opportunità per rifondare il M5S: “Si volta pagina, il Movimento si rinnova per affrontare nuove battaglie”. Conte ha escluso il rischio di una scissione traumatica e punta a consolidare il M5S nell’area del centrosinistra, pur mantenendo l’indipendenza dal Partito Democratico. Vedremo se i fatti gli daranno ragione, di fatto il movimento non esiste più, è diventato un partito come tutti gli altri col rischio di essere assorbito dal Pd.
Grillo, seppur sconfitto, potrebbe ora rivendicare la proprietà del simbolo e lanciare un nuovo progetto politico, ma appare sempre più isolato. Figure di spicco come Virginia Raggi e Alessandro Di Battista si sono distanziate, lasciando Danilo Toninelli come uno dei pochi sostenitori pubblici dell’ex garante.
Conte sembra intenzionato a mantenere il Movimento competitivo, evitando alleanze stabili ma lasciando aperta la possibilità di coalizioni strategiche per contrastare il centrodestra alle prossime elezioni. Questi intenti lasciano il tempo che trovano, la strategia più seria e credibile sarebbe quella di cambiare subito simbolo e nome.