Ad ogni Natale i segni dell’ipocrisia umana si accentuano, emergendo con particolare evidenza nel mondo della politica e dell’amministrazione pubblica. Tra luminarie e proclami, la stagione natalizia diventa il palcoscenico ideale per un gioco di apparenze in cui le buone intenzioni sembrano talvolta contraddire le azioni concrete.
Negli ultimi anni, molti comuni hanno adottato l’albero di Natale sintetico, una scelta apparentemente virtuosa che risparmia l’abbattimento di abeti naturali. Un’iniziativa lodevole, se non fosse che spesso gli stessi amministratori si rendono protagonisti di politiche ben poco rispettose dell’ambiente. Prendiamo, per esempio, il caso del Sindaco di Vado Ligure, annunciando con orgoglio l’installazione di un abete sintetico, ha dichiarato:”ormai da sette anni la nostra scelta è stata quella di non sacrificare alberi per gli allestimenti natalizi”. Un’affermazione che lo porta a definirsi green.
Peccato, però, che questa narrazione si dimentichi alcuni dettagli scomodi. L’amministrazione vadese, infatti, per anni ha permesso alla Tirreno Power di operare indisturbata, contribuendo a un livello di inquinamento preoccupante. Non solo: la costruzione della piattaforma portuale ha devastato le spiagge locali, alterando irreversibilmente il paesaggio costiero. E ora, la gestione del dibattito sul rigassificatore sembra seguire la stessa linea di ambiguità, con atteggiamenti tutt’altro che coerenti rispetto alla tanto sbandierata tutela dell’ambiente.
In questo contesto, l’abete sintetico suona più come un alibi che come una reale testimonianza di impegno ecologico. Perché essere green non si misura con un albero di Natale, ma con scelte coraggiose e coerenti che vadano ben oltre le apparenze festive.