E’ una frase estrapolata dal monologo pronunciato in punto di morte dal replicante Roy Batty nel film di fantascienza Blade Runner, del 1982, che rappresenta appieno gli eventi politici di questi giorni.
Quello che sta accadendo nel mondo della politica nazionale, regionale non ha precedenti nella storia repubblicana.
Fossi nei comici professionisti mi preoccuperei seriamente,in quanto i politici attuali (non è una bella cosa) gli stanno portando via il lavoro.
Iniziamo la rassegna delle assurdità che questi personaggi ci hanno regalato (senza scordare che li paghiamo noi)solo questa ultima settimana:
Il ministro Valditara, alla commemorazione per Giulia Cecchettin ha affermato che il patriarcato, in Italia, è finito col nuovo diritto di famiglia e che i femminicidi sono anche dovuti all’immigrazione selvaggia. La sorella di Giulia, Elena, gli ha risposto secca, ricordando che l’assassino della sorella era bianco e di buona famiglia, e che il governo non aveva fatto niente per loro.
I nostri nonni avrebbero detto al ministro con la dote di sintesi tipica degli anziani:
Questa uscita in questa occasione”c’entra come i cavoli a merenda” Aggiungendo un altra pietra miliare delle brutte figure di questo governo.
E che dire del discorso di Delmastro?
Non lasciamo respirare chi è dietro quel vetro”. Le parole del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro alla presentazione a Roma di una nuova auto per il trasporto di detenuti al regime del 41 bis e di alta sicurezza scatenano le polemiche dei membri dell’opposizione di governo.
A molti ha ricordato la maschera che Gian Maria Volonté si mise nel cittadino al di sopra di ogni sospetto :
La repressione è il nostro vaccino! Repressione è civiltà! In quel caso era l’uso del grottesco cinematografico.
Del Mastro è purtroppo la triste realtà.
Mi stavo convincendo a stendere un velo pietoso sul varo della giunta regionale, ma non si può non dire nulla nei confronti del disastro che rappresenta il governo della nostra regione. Restando come esemplificazione cinematografica, mi ricorda L’ospedale più pazzo del mondo che è un film comico del 1982.
Le cose che sono accadute davvero se non si trattasse purtroppo della triste realtà potrebbe rappresentare davvero la sceneggiatura di un film comico,di successo.
Andiamo per ordine:
Il popolo gaudente e i pochi superstiti che sono andati a votare erano convinti che eleggere un Manager di alto livello avrebbe visto la nascita di una giunta di grande esperti e forte personalità,tali e quali a come erroneamente è stato dipinto Bucci.
Invece l’elefante ha partorito il topolino, ovvero un grigia replica della giunta Toti, figlia del manuale cancelli. Anzi se vogliamo addirittura peggiorata per la presenza di personaggi che senza arte ne parte e da nominati (vedi articoli sulle grandi polemiche soprattutto scaturite ad Albenga) fanno gli assessori regionali.
Con questa operazione si palesa chiaramente quanto interessa ai vertici della Lega Ligure il parere degli iscritti e dei votanti (molti hanno utilizzato il termine cerchio magico) per stigmatizzare la situazione che si è creata nella Lega Ligure trasformata da partito a un club esclusivo per pochi intimi.
Per risolvere la questione sanità si costruisce un nuovo carrozzone che se pur battezzato con un nome pomposo rappresenta,il solito circo (o cerchio magico) che ruota intorno alla sanità da sempre.
Esperti che tali non sono, più poltrone per tutti, e se non bastasse ne costruiranno di nuove (vedi la richiesta di due assessori in più e la creazione dei sottosegretari) cosa che pareri autorevoli dicono non sia possibile in tempi brevi, insomma le solite promesse che sanno di non mantenere. Ma un conto è prendere in giro un sonnacchioso elettorato un altro chi aspetta la poltrona (ne vedremo delle belle) Povera Liguria.
Ci restava davvero un mito l’uomo del fare, il grande manager il civico. oggi con questo giunta debolissima ha fatto peggio di chi lo ha preceduto negli ultimi trenta anni democristiani compresi, diventando politico a tutti gli effetti, anzi pure un pessimo politico.
I partiti di oggi sono soprattutto macchine di clientele e politica.
Enrico Berlinguer 1981.
Roberto Paolino