Non bastavano i commercianti, ora anche gli automobilisti sono nel mirino dei provvedimenti, a dir poco discutibili, dell’amministrazione. Dopo aver stravolto la viabilità cittadina con un caos che sembra più un’opera d’arte moderna che un piano urbano ragionato, ecco arrivare l’ennesima chicca: la gestione dei parcheggi affidata a TPL, con una proposta che, pare, prevederà un aumento delle tariffe.
Un aumento, si dice, non solo per rimpinguare le casse comunali, ma con l’ambizioso obiettivo di educare i savonesi a lasciare l’auto in garage e convertirsi alla fede del trasporto pubblico. Peccato che il trasporto pubblico locale non sia esattamente sinonimo di puntualità e comodità. Tra autobus che sembrano più reliquie di un’epoca passata e tragitti che spesso fanno rimpiangere la propria auto, questa crociata educativa potrebbe trasformarsi in una beffa per molti cittadini.
Ma attenzione, perché qui non si tratta solo di gestire una città (e a quanto pare male, a detta di molti). Il nostro sindaco ha deciso di vestire anche i panni dell’educatore morale, quasi un moderno Platone savonese, intento a plasmare il cittadino perfetto: meno dipendente dall’auto, più incline al sacrificio, e, perché no, anche un po’ più zen nel cercare un autobus che non arrivi in ritardo.
La domanda sorge spontanea: mentre l’amministrazione si lancia in queste grandi manovre di rieducazione di massa, chi si occupa di risolvere i problemi reali? Le strade dissestate, i parcheggi che già scarseggiano, il traffico che sembra un eterno lunedì mattina… Forse il Comune pensa che a furia di camminare o aspettare i mezzi, i savonesi svilupperanno anche la virtù della pazienza.
In fondo, perché accontentarsi di una buona amministrazione, quando puoi anche ricevere lezioni di vita gratis? Peccato che la filosofia del “cambia te stesso per cambiare il mondo” funzioni solo nei romanzi di self-help. Qui, più che cittadini rieducati, rischiamo di trovarci con cittadini esasperati.