Movimento 5 Stelle: flop elettorale e crisi interna, il campo largo non convince

Il Movimento 5 Stelle è alle corde dopo l’ennesima debacle elettorale nelle elezioni regionali. I numeri parlano chiaro: 4,7% in Liguria, 3,6% in Emilia Romagna, 4,8% in Umbria. Percentuali che confermano un trend negativo ormai consolidato, mentre il Partito Democratico sembra cannibalizzare i consensi grillini, svuotando progressivamente il Movimento. Eppure, nonostante i risultati disastrosi, Giuseppe Conte insiste sulla strategia del “campo largo”, un’alleanza che finora ha portato più spine che rose.
La linea politica voluta da Conte di un’alleanza strutturale col PD si sta rivelando inefficace. In molte regioni, anziché rafforzare il Movimento, questa strategia ha di fatto appiattito la sua identità, trasformandolo in una ruota di scorta per il Partito Democratico. Il risultato? Gli elettori che in passato avevano scelto il M5S per la sua alternativa radicale si stanno spostando verso altri lidi, o peggio, verso l’astensionismo.
In Liguria, il risultato deludente del 4,7% non ha portato a un’analisi interna seria. Anziché assumersi la responsabilità del fallimento, la dirigenza regionale e quella provinciale ha preferito scaricare la colpa su presunte liste concorrenti, come quella di Nicola Morra, accusate di frammentare il voto. Un meccanismo di deresponsabilizzazione che sembra replicarsi anche in altre regioni come Umbria ed Emilia Romagna, dove si cercano capri espiatori anziché affrontare le vere cause del declino.
Il clima interno al Movimento è sempre più teso. La prospettiva del voto per la costituente del partito, previsto nei prossimi mesi, sta acuendo le divisioni. Chi osa criticare la linea ufficiale o mettere in discussione non solo la leadership di Conte ma anche quella dei territori viene sistematicamente sospeso, in attesa di essere definitivamente espulso. La gestione autoritaria del dissenso sta contribuendo a creare un clima di paura e immobilismo, allontanando anche quei militanti che avevano creduto nel Movimento come forza rinnovatrice e democratica.
Con l’alleanza col PD che mostra tutti i suoi limiti e una base sempre più sfiduciata, il Movimento 5 Stelle si trova davanti a un bivio. Continuare a inseguire il campo largo, sacrificando la propria identità, o fare un drastico passo indietro, puntando a recuperare il rapporto diretto con i cittadini e a ripensare la propria strategia.
Una cosa è certa: se il Movimento non troverà presto una nuova direzione, rischia di trasformarsi da protagonista della politica italiana a un comprimario, destinato a scomparire nelle pieghe della storia elettorale.

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