Savona è in fermento: da settimane la città si domanda chi possa finalmente portare la voce savonese nella giunta regionale, e dopo tanto discutere, tra il calore dei dibattiti e la freddezza delle promesse, spunta un nome inatteso. Chi? Niente meno che Alessandro Berta, direttore generale dell’Unione Industriali di Savona, un uomo di successo e dal profilo politico… diciamo, “tecnico”, anche se con un accenno di verde leghista.
I savonesi, nel loro fervente desiderio di avere qualcuno che faccia sentire la loro voce tra le austere mura della giunta regionale, accolgono la notizia con un misto di sollievo e sarcasmo: “Ecco, finalmente un tecnico che rappresenta tutti i savonesi… o almeno quelli che hanno un accenno di simpatia per certi colori.”
Berta, infatti, sembra piacere a tutti, o meglio, piace a tutti quelli che non hanno davvero qualcosa da perdere. È come un mediatore perfetto: abbastanza distaccato da non mettersi in mezzo a nessuno, ma con la giusta dose di competenza per ricordarci che un compromesso elegante è sempre possibile… finché c’è una poltrona in gioco.
E così, mentre Fratelli d’Italia e soci tengono le carte strette, ecco che Berta emerge come la carta salvifica: il candidato che potrebbe aggiustare i complicati equilibri politici senza fare troppo rumore, una mossa di classe. Chi può dire di no? Un savonese competente, rispettato, con quel tocco di neutralità che piace a tutti, soprattutto se non si espone troppo. D’altronde, in politica si sa, il vero miracolo è non scontentare nessuno… o almeno non subito.
Insomma, Alessandro Berta potrebbe davvero essere l’asso nella manica savonese. Ma, diciamocelo, finché non vedremo il nome nero su bianco, meglio tenere le mani pronte per l’applauso, e la bocca pronta per la risata.