Frana del 2019 di Via alla Strà: tra promesse, ritardi e il solito rimpallo di responsabilità ora sono sparite anche le ruspe

Savona – La vicenda della frana di via alla Strà sembra destinata a diventare un simbolo del disinteresse e della lentezza burocratica che affliggono la città. Mentre l’amministrazione comunale si concentra su progetti ambiziosi come “Savona Capitale della Cultura,” le condizioni della strada continuano a peggiorare, con massi e detriti che rendono il percorso quasi impercorribile.
Gli abitanti, esasperati da mesi di attesa e promesse non mantenute, hanno deciso di intervenire autonomamente. Già nei mesi scorsi, armati di pale e decespugliatori, si sono rimboccati le maniche e hanno ripulito la strada dai detriti, dimostrando una tenacia che sembra mancare a chi dovrebbe occuparsi della gestione della città. La storia della frana di via alla Strà è solo l’ultimo di una serie di cantieri interminabili e disagi continui, come ricorda l’interminabile rifacimento della piazza del teatro, altro esempio di inefficienza e ritardi.
Non mancano le scuse dall’amministrazione, con l’assessore Parodi che ormai arranca tra giustificazioni sempre più fantasiose: dalla pioggia all’aumento dei costi, fino alla burocrazia. Ma per gli abitanti di via alla Strà queste scuse suonano come una presa in giro. Il rappresentante della zona, Domenico Bova, ha dichiarato più volte la sua frustrazione, denunciando un silenzio assordante da parte del Comune.
La frana di via alla Strà è chiusa dall’alluvione del 2019, e solo nel maggio 2023 è stato aperto il cantiere, affidato alla ditta Costruzioni Generali Fognature-Acquedotti. Tuttavia, pochi mesi dopo, i lavori si sono fermati di nuovo, lasciando la strada in una situazione di abbandono. Recentemente, in ottobre, è stato annunciato che i lavori sarebbero ripresi, ma la fiducia degli abitanti è ormai ridotta ai minimi termini. “Abbiamo visto arrivare le ruspe… hanno tolto un po’ di terra e poi sono scomparse di nuovo, lasciando la frana praticamente intatta,” commentano amaramente i residenti.
Per ora, gli abitanti continuano ad attendere, ma la loro pazienza si sta esaurendo.

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