O Franza o Spagna, purché se magna

Giovanni Stagnaro, un altro campione olimpico di salto in lungo… tra partiti politici. Solo qualche giorno fa era il perfetto segretario provinciale di Azione, fedele al punto da sembrare uscito da un manuale di obbedienza. Mai una volta che si fosse discostato dalla linea del partito, sempre pronto a dire “sì” pur di non turbare la quiete dei suoi superiori. Rossetti e Lodi. Eppure, con la rapidità di un supereroe da fumetto, eccolo spuntare nella lista dei renziani, come se nulla fosse.
Una telefonata, e tutto cambia. L’onorevole Paita di Italia Viva, con la sua proverbiale diplomazia, probabilmente, gli ha fatto notare che se si candidava con loro non si trovava davanti Cristina Lodi. E Giovanni, che finora sembrava avere un rapporto di simbiosi con la Lodi e Rossetti, non se l’è fatto ripetere due volte. In fondo, chi resisterebbe alla prospettiva di essere il primo della lista, senza dover fare lo slalom tra le “grandi personalità” di Azione?
È stato sufficiente un invito su WhatsApp (le grandi trattative moderne, si sa, non si fanno più nei salotti, ma nelle chat!) e Stagnaro ha preso armi e bagagli, lasciando i suoi ex compagni di partito a bocca aperta.
Ora, naturalmente, è scoppiata la polemica. In Azione si dicono scioccati, addirittura “basiti”. Ma non per il tradimento in sé, bensì perché mai avrebbero immaginato Stagnaro con un tale spirito d’iniziativa!
Eppure, nella migliore tradizione politica italiana, i vertici smentiscono ogni attrito: “Non abbiamo ostacolato l’unione delle forze riformiste”, dichiarano. Nel frattempo, Giovanni si gode la sua nuova posizione, e chissà, forse da bravo “yesman” continuerà a non contraddire la strategie politiche della renziana Paita.  L’importante è essere sempre lì, pronti a dire di sì, ovunque ci sia una poltrona disponibile. Dopo tutto, il camaleontismo è un’arte e Stagnaro ha dimostrato di esserne un vero maestro.

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