La parabola di Alfonso Pecoraro Scanio

Dall’apice politico al ruolo di outsider: il percorso di Alfonso Pecoraro Scanio, tra attivismo, vitalizi e nuove sfide ambientali, in un’Italia che cambia.

Da radicale a ministro: le tappe di Pecoraro Scanio
Alfonso Pecoraro Scanio, nato a Salerno nel 1959, ha iniziato la sua carriera politica da giovane attivista nei movimenti nonviolenti e radicali. Dopo essersi laureato in Giurisprudenza nel 1982 e aver gestito lo studio legale di famiglia, entra in politica come membro dei Verdi. Nel 1985, viene eletto al consiglio comunale di Salerno e successivamente al consiglio regionale della Campania, dove si distingue per l’impegno a favore dei parchi regionali e della difesa dei suoli agricoli.

L’apogeo politico
Il suo debutto in Parlamento avviene nel 1992, quando viene eletto alla Camera dei Deputati con la Federazione dei Verdi. Grazie alla sua visibilità mediatica, che include apparizioni in programmi televisivi di intrattenimento, Pecoraro Scanio raggiunge l’apice della carriera politica diventando ministro delle Politiche agricole nel 2000 e, successivamente, ministro dell’Ambiente nel 2006. Tuttavia, il suo mandato all’Ambiente viene segnato dalle critiche sulla gestione dei rifiuti in Campania, e termina con la caduta del governo Prodi nel 2008.

Pensione d’oro per Pecoraro Scanio
Dopo l’uscita dal Parlamento, Pecoraro Scanio entra a far parte della schiera dei politici che percepiscono un sostanzioso vitalizio. Ritiratosi a soli 50 anni, riceve una pensione di 5.802 euro netti al mese, che gli permette di viaggiare in attesa di una nuova opportunità politica. Il caso solleva critiche sul sistema dei vitalizi parlamentari, considerato un privilegio eccessivo rispetto ai contributi versati.

Fu il primo politico italiano a dichiararsi bisessuale: “Inutile, ma non ho rimpianti”
Nel 2000, Pecoraro Scanio fece notizia come il primo politico italiano a dichiararsi bisessuale. In un’intervista del 2015, riportata da Roberto Scafuri de Il Giornale, ha riflettuto sul suo coming out, affermando che, sebbene il gesto non abbia avuto l’impatto sperato sui diritti civili, non nutre rimpianti per averlo fatto. La sua vita è continuata tra impegni con la Fondazione Univerde e il ricordo di una carriera politica segnata da sfide e trasformazioni.

Il legame stretto con i 5 Stelle
Dopo la carriera parlamentare, Pecoraro Scanio non è rimasto in disparte, continuando a promuovere cause ambientali e sostenendo figure come Giuseppe Conte e Virginia Raggi. Nel 2021, ha sostenuto la lista “Cultura e Innovazione Roma Ecologista” alle elezioni comunali di Roma, sebbene senza successo. Il suo legame con il Movimento Cinque Stelle rimane forte, e non aveva escluso di candidarsi al Parlamento europeo nel 2024 con il movimento.

Che cosa fa oggi (agosto 2024)?
Attualmente, Pecoraro Scanio è presidente della Fondazione Univerde e promotore della rete Ecodigital. La sua presenza sui media è costante, anche se la sua comunicazione appare a volte poco incisiva, forse sintomo di un tentativo di mantenere viva l’attenzione del pubblico. Nonostante l’impegno, la sua figura sembra essere relegata a un ruolo marginale rispetto ai tempi in cui era al centro della scena politica.

Una comunicazione talora bislacca
Negli ultimi tempi, Pecoraro Scanio ha rilasciato dichiarazioni su vari temi, spesso con toni che possono sembrare allarmistici o poco concreti. Ha parlato del “turismo delle radici”, di cambiamento climatico e ha richiesto interventi straordinari per affrontare emergenze ambientali. Tuttavia, la sua tendenza a disperdersi su troppi argomenti e a fare dichiarazioni contraddittorie rischia di indebolire la sua credibilità, rendendolo meno rilevante nel dibattito pubblico attuale.

Antonio Rossello

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