Caratteristica della speculazione edilizia: l’assenza di qualsiasi rispetto per l’ambiente, per la comunità, per l’etica LUIGI BERTOLDI, CONSIGLIERE DI MINORANZA NEL CONSIGLlO COMUNALE DI CELLE LIGURE RISPONDE SULLE COLONIE MILANESI E BERGAMASCHE Trovare conferma di una Chiesa solidalmente legata a gruppi imprenditoriali così operanti sarebbe motivo di grande dispiacere |
Le Colonie Bergamasche e le Colonie Milanesi fanno parte di una stessa zona urbanistica comprendente due ambiti: uno che delimita i grandi edifici, in passato destinati ad ospitare i bambini bisognosi di cure balneari, indicato nel Piano Urbanistico Comunale come “insediamenti diffusi in regime normativo di conservazione (ID.CE)” e l’altro, boschivo a macchia mediterranea, collegato con la vasta area boschiva di Celle e Varazze, indicato come “area non insediata in regime di mantenimento (ANI.MA)”. Tali indicazioni riguardano l’assetto insediativo e coincidono con identiche disposizioni del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico della Regione Liguria. Sia il Piano Regionale che quello Comunale riconoscono all’intera area elevati valori di qualità naturalistica e tipicità edificatoria, ponendosi come obiettivo la sua conservazione; per tale ragione non è consentito costruire nuovi edifici né incrementare la superficie agibile di quelli esistenti, aprire nuove strade o modificare quelle esistenti ed ogni intervento, anche se piccolo e volto a superare carenze di ordine funzionale, deve essere compatibile con l’obiettivo di conservazione enunciato. Le superfici boscate e alberate non possono essere manomesse, neppure in sottosuolo. In tutta l’area non è consentita la trasformazione dei volumi esistenti in residenza. Regione ed Amministrazione comunale, ognuna secondo le proprie competenze, valutando obiettivamente e liberamente, hanno ciò stabilito. Ora, in presenza di pressioni da parte di gruppi interessati allo sfruttamento di quel territorio, si apprestano a negare e modificare le precedenti valutazioni. I progettisti della trasformazione delle Colonie Milanesi, in presentazione del progetto agli operatori economici, hanno affermato che Impresa, Amministrazione comunale e Regione hanno recentemente convenuto sullo scarso valore ambientale di tutta l’area. Così l’intervento potrà distruggere completamente una grande macchia mediterranea costiera, ritenuta non più degna di alcuna difesa. Le pressioni stanno ottenendo successo. Ecco, questa è una prima caratteristica della speculazione edilizia: l’assenza di qualsiasi rispetto per l’ambiente, per la comunità, per l’etica. Le bellezze naturali hanno grande valore, anche economico. Quando le avremo perse ce ne renderemo conto; ci renderemo conto, anche, del modo in cui la speculazione edilizia produce il proprio guadagno: trasforma il valore ambientale, patrimonio comune, in capitale monetario e se ne appropria. Ciò che lascia, solitamente, non risponde ad alcun bisogno reale e costituisce, anzi, un costo perpetuo a carico della comunità. L’etica citata vorrebbe che il proprio interesse fosse perseguito quanto meno senza danno per il bene comune; Futuro Oggi pone tale principio quale condizione irrinunciabile della propria azione politica. Ma fanno parte della questione etica anche tutte le azioni operate dalla parte imprenditoriale nei confronti delle pubbliche amministrazioni per ottenere lo scopo di lucro; in che cosa consistono le pressioni, universalmente e tranquillamente riconosciute? Mi sforzo di trovarne qualcuna eticamente accettabile, ma non ci riesco. Mi è molto facile, invece, trovarne in gran numero, addirittura perseguibili per legge. Trovare conferma di una Chiesa solidalmente legata a gruppi imprenditoriali così operanti sarebbe motivo di grande dispiacere; dalla Chiesa si pretende di più del quasi niente che, ormai, si richiede dagli altri. L’innegabile sua necessità di risorse finanziarie, in aumento per il continuo allargamento delle aree di bisogno ed il contemporaneo disimpegno statale, sempre più difficilmente reperibili attraverso la donazione privata, non giustificherebbe una così evidente contraddizione con il proprio insegnamento. Sarebbe necessario, da parte sua, un ripensamento sul modo più opportuno di agire nel campo sociale, che non costringa a dar vita a strutture impossibili da sostenere. L’assoluto bisogno di tanto denaro è un pericolo da evitare; già adesso sono evidenti stridenti illogicità: per supportare le opere di carità, si investe e si entra nelle società che permettono maggiori ritorni finanziari proprio perché prive di etica, le quali, sovente, non si fanno alcuno scrupolo di ricorrere alle più massicce ristrutturazioni di personale; per alleviare sofferenze, cioè, si concorre a produrne delle altre. Le Colonie Bergamasche, ormai sotto la lente degli organi di informazione, richiedono rigore e trasparenza; la prudenza, mai venuta meno, anche questa volta guiderà opportunamente la Chiesa locale. E non sarà impossibile reperire risorse in forme di investimento diverse dalla speculazione, che producano occupazione stabile e qualificata per i nostri giovani, magari operando in collaborazione con l’intera comunità. Una straordinaria occasione, per essere maestra o diventare impresa. Luigi Bertoldi |