Nello stesso giorno in cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito il servizio sanitario un patrimonio prezioso da difendere e adeguare, si apprendono i dati di un definanziamento che va a colpire un sistema sanitario già profondamente in difficoltà. Entro il 15 ottobre va inviato a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio, mentre entro il 20 ottobre la legge di bilancio deve arrivare alle Camere. La caccia alle risorse è già partita e guarda a 360 gradi, dal Lotto al riordino delle agevolazioni fiscali, fino a un rafforzamento della spending review che potrebbe arrivare a 2 miliardi nel 2024.
Questo è il quadro allarmante di questi giorni… la traduzione in Italiano di spending review è semplice… Tagli.
La Meloni ci comunica che bisogna tagliare gli sprechi, ma quali sprechi?
Perché di tagli in questi anni ne hanno fatto tanti e non agli sprechi bensì alle risorse economiche dei cittadini, ai servizi sociali, alla solidarietà.
E alla sanità, ad esempio, che ci ha fatto affrontare un seria e pesante pandemia con il sistema sanitario a pezzi.
Ricordate come non si trovava posti in rianimazione per la drastica riduzione dei posti letto che metteva i medici nella triste e drammatica condizione di dover decidere chi entrava in rianimazione e chi no. All’epoca in Germania avevano 29000 posti letto noi meno di 5000.
Ma a quanto pare la lezione non è servita, oggi si torna a parlare di tagli in sanità,pazzi ed incoscienti.
Vogliamo tagliare gli sprechi, bene andiamo a cercarli questi sprechi:
Lo stipendio di un parlamentare può arrivare a 17.625 euro lordi al mese, se è senatore e a 18.735 euro lordi se è deputato.
Come? Ecco i conti reali. I deputati prendono un’indennità lorda di 10.435 euro e i senatori di 10.385 euro: più degli 8.757 euro dello stipendio di un parlamentare europeo.
Se contiamo che i deputati sono 400 e 200 i senatori, lascio a voi fare il conto di quanto ci costano ogni anno.
Possiamo dire tra i più pagati in Europa.
Se aggiungiamo: Presidenti di regione, assessori e consiglieri regionali e Sindaci: i quali nelle città metropolitane arriveranno a prendere lo stipendio mensile di 14 mila euro lordi al mese. Lo ha deciso la legge di bilancio 2022 del governo Draghi, decretando gli incrementi degli emolumenti di tutti i primi cittadini a partire dal primo gennaio 2024. Parametrandola a quella dei presidenti di Regione e alla popolazione amministrata. Per effetto della stessa norma gli stipendi dei sindaci sono cresciuti già nel 2022 e nel 2023. Ma è l’anno prossimo che gli aumenti arriveranno a regime. I sindaci delle città metropolitane arriveranno a guadagnare 13.800 euro lordi al mese, ovvero 6.800 euro in più rispetto al 2021. Contemporaneamente siamo in Europa il fanalino di coda per importo degli stipendi dei comuni mortali. E chi dice che se si lavora e si è poveri qualcosa non torna, ha perfettamente ragione.
Questo è il desolante quadro c’è chi naviga nell’oro i politici e chi deve fare a meno di tutto. E se torniamo alla sanità ci sarà chi avrà i soldi e potrà curarsi in ottime cliniche, operati da illustri chirurghi e chi dovrà arrangiarsi. Così oltre al risparmio poco a poco arriveremo a sopprimere i poveri, creando il modello di società che amano la Meloni e la sua maggioranza.
È populismo?
No cari amici è realismo.
E mentre c’è chi va a fare la spesa la domenica mettendo in bella mostra il marchio del supermercato ove ha fatto gli acquisti, e dice senza la minima vergogna ”le domeniche quelle belle” sono quelle che si va al supermercato a fare la spesa scordando che un tempo fece una dura battaglia per fare chiudere i supermercati alla domenica, (cosa non si fa per i voti), ci sono cittadini che non possono permettersi di fare la spesa.
In conclusione recitiamo un mea culpa generale perché tale classe politica cialtronesca la abbiamo votata noi.
Possiamo rimediare certamente, non votandoli, più e obbligarli finalmente a una “transumanza” fuori dalle scatole.
Roberto Paolino