da Repubblica di oggi

Nell’inchiesta della Boccassini spunta il nome di Carlo Molinari di Andora
‘Ndrangheta, la pista genovese “Puntano sulle sale da gioco”
Nell´inchiesta di Milano l´incontro con un imprenditore
Il contatto con il proprietario di un locale all´Expò non porta però risultati
 La ‘ndrangheta tenta la scalata al business dei videopoker in Liguria e per farlo organizza un incontro con Carlo Molinari, figlio dell´ex questore Arrigo, e imprenditore del settore nonché proprietario de “Le Bistrot Bingo” ai Magazzini del Cotone.
Non risulta che il progetto si sia poi concretizzato e, al momento, Molinari non risulta indagato. L´episodio riveste però estrema importanza per i pm di Milano perché dimostrerebbe le mire espansionistiche delle cosche. Questo retroscena, oltre all´arresto di un avvocato che a Genova difende un presunto boss, aprono un fronte ligure nella maxi inchiesta coordinata dal capo dell´Antimafia di Milano, il procuratore Ilda Boccassini che ha portato in carcere diverse persone tra cui anche un giudice calabrese, dei politici e appartenenti alle forze dell´ordine.
In manette è finito anche un avvocato, Vincenzo Minasi, con studio in Calabria e a Milano, che è anche il co-difensore di Onofrio Garcea, in carcere da alcuni mesi dopo una lunga latitanza perché secondo la procura di Genova è uno referenti più importanti delle cosche in Liguria. Pur non avendo seguito tutte le fasi relative agli interrogatori (Garcea era assistito dal legale genovese Paolo Bonanni) Minasi veniva nominato dall´indagato con una sorta di “automatismo” replicato anche per molti altri arrestati di ‘ndrangheta nel nord Italia.
Ma è il capitolo delle videolottery, le slot machine elettroniche che si stanno moltiplicando grazie alle continue aperture di mini casinò di quartiere, quello che riserva la sorpresa. Il 17 luglio del 2009, Giulio Lampada, che per la Dda milanese è uno dei capi del clan, entra in una sala bingo di via Artom. Poi, raccontano i poliziotti che filmano la scena, «intorno alle 17.05, nella sa1a Bingo è entrata una coppia, scesa da una Porsche Cayenne intestata alla società R&B Srl, via del Molo 17, Genova, dedita all´esercizio di sale da giochi e agenzie scommesse, il cui amministratore è il noto Molinari Carlo». Carlo Molinari, residente ad Andora, è figlio dell´ex questore Arrigo Molinari, figura nota sia per essere stato l´investigatore che coordinò la clamorosa indagine sul suicidio di Luigi Tenco, per aver avuto la tessera della P2, e per essere stato ucciso nel 2005 da un dipendente del suo albergo.
Carlo da anni lavora nel ramo bingo e sale giochi ed è presente in otto società, quasi tutte con sede a Genova, compresa Le Bistrot del Porto Antico. A presentare Molinari a Lampada sarebbe stato Francesco Pugliese, funzionario della Gamenet, una delle dieci concessionarie autorizzate dai Monopoli a gestire i collegamenti telematici con le videolottery. Secondo l´accusa, i Lampada gestivano un giro in nero di videopoker e raccoglievano le vincite senza girarle ai Monopoli. Quando decidono di allargare il business Pugliese parla loro di Molinari: «Persona di lmperia serissima, proprietaria di 4 Bingo a Imperia Ventimiglia e Asti… che ha la concessione che serve… quindi oltre a tutti i giochi possono fare anche il Bingo on line». Ma la scalata, a quanto sembra, non sarebbe andata in porto.
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