chiusura del 118 savonese

Sulla  ipotizzata chiusura del 118  savonese per le emergenze sanitarie.

Non tutti, probabilmente, ricordano che ai primi degli anni ’90, i medici del pronto soccorso del S. Paolo misero in atto, per primi in Liguria ed in Italia, un sistema di collegamento, attraverso apposite ed originali convenzioni, tra le ambulanze delle varie croci, il comando dei VV. FF. ed il reparto al fine di predisporre l’immediato intervento sul territorio in caso di emergenza causata dal pericolo di vita del Cittadino  per incidenti sulla strada, sul posto di lavoro o  presso la sua abitazione. ….

Recatici nella vicina Nizza per studiare la loro organizzazione dell’emergenza, ci rendemmo conto dell’essenzialità dell’intervento delle automedicali fornite di defibrillatori e di personale medico sanitario e infermieristico preparato per fornire “in loco” il primo soccorso.

 Il coordinamento dell’emergenza era allora assicurato da un sistema satellitario sofisticatissimo .

 Ci dotammo di automedicale e defibrillatori dati in uso alle ambulanze e la bontà del nostro sistema operativo era quella che, seppur con un sistema così poco costoso, si riusciva in città ad intervenire in loco con efficacia in pochi minuti.

Quando i francesi ci fecero il ricambio della visita si stupirono della semplicità della nostra organizzazione che vedeva  i collegamenti  tra il reparto del pronto soccorso, le Croci ed i VV. FF.,  basati  su un artigianale strumento gestito da un geniale operatore dell’allora centralino telefonico . L’economicità dipendeva dal fatto che l’USL non aveva né satellite, né autoambulanze proprie, né elicotteri né personale esclusivamente dedicato all’emergenza in quanto utilizzava quello del reparto.

All’epoca, oltretutto, presso la fortezza del Priamar , i nostri operatori sanitari, per anni, avevano  gestito corsi di formazione per l’emergenza sanitaria che avevano visto la frequenza di medici ed infermieri provenienti da tutta Italia.

Negli anni successivi, per fortuna, ci fu la separazione fra pronto soccorso e reparto emergenza  del 118 e l’organizzazione è certamente migliorata, ma il trasferimento a Genova della centrale operativa consentirà alla comunità savonese un altrettanto efficace ed immediato intervento ? Io ho molti dubbi che  mi vengano tutti confermati dal responsabile del servizio dott. Salvatore Esposito  ( che fu, insieme ad altri, pioniere della creazione del 118 savonese )  che ha chiarito nel suo intervento  quali sono i rischi cui andremmo a correre se tale iniziativa dovesse andare in porto.

Non voglio essere retorico , ma per risparmiare non si può mettere a rischio la vita di chi , a causa di un infarto od un incidente, ha assolutamente bisogno di un intervento il più immediato possibile e pochi minuti in più potrebbero essergli veramente fatali ! Non sto parlando per tutelare interessi “di campanile” o di questo o quel primario, ma per poter salvare vite umane !

Si taglino con più decisione posti letto, reparti e primari in esubero e si intervenga inoltre sulla spesa abnorme sui medicinali magari riproponendo, per il consumo all’interno dell’ ospedale, l’uso di un prontuario terapeutico come quello messo in uso dalla nostra USL che, con una delibera che fece molto scalpore ma che ebbe il consenso anche del Consiglio dei Sanitari allora vigente, decise la riduzione dei farmici acquistabili da 6.000 a poco più di 500. Non mi pare cosa di poco conto!

Ciò premesso, mi auguro che le autorità cittadine, le forze politiche e sindacali si vorranno decisamente opporre a questo scippo.

Savona, 2 novembre 2011.;                       

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