Nell’ udienza odierna nel processo per disastro colposo sono stati ascoltati due consulenti per le parti civili.
Il prof Emilio Gianicolo attualmente docente presso l’università di Mainz (Facoltà di Medicina e nell’ambito del Master Internazionale di Epidemiologia), consulente per WWF e Uniti per la Salute ODV , nella sua relazione depositata e illustrata in aula ha innanzitutto evidenziato gli studi sugli effetti sanitari dovuti all’inquinamento atmosferico, in particolare alla combustione di materiali fossili e di carbone.
Successivamente ha relazionato diffusamente sull’esame da lui fatto sugli studi epidemiologici relativi all’area in esame con diversi approcci epidemiologici da lui definiti altamente persuasivi: quello di Crosignani e Franceschi (per la procura della Repubblica di Savona) e quello di Minichilli e altri per il C.N.R evidenziando come abbiano prodotto risultati sovrapponibili. Inoltre ha citato i due differenti modelli di dispersione degli inquinanti emessi e una mappa dei traccianti bio-accumulati.
Valutando e considerando quindi che questi dati disponibili permettono quella triangolazione pubblicata da Munafo e Davey Smith, su Nature 2018, (una integrazione di approcci e concordanza di metodologie differenti) ,ha concluso in particolare, come vi siano tre evidenze sperimentali che documentano una ricaduta delle emissioni della centrale Tirreno Power di Vado Ligure e Quiliano nel territorio circostante e che queste abbiano esposto, in modo differenziato, popolazioni di diversi comuni.
Inoltre avendo a disposizione due indagini condotte sul campo, si possa ritenere che i risultati che esse esprimono rappresentano una forte evidenza di danno alla salute delle popolazioni più esposte, tanto in termini di ricoveri quanto in termini di decessi per patologie correlate.
L’ing. Fabio Ferranti dell’Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale nella sua relazione depositata e illustrata ha evidenziato come nelle attività di controllo sia emersa una generale sottovalutazione da parte del gestore degli obblighi connessi al rispetto dell’autorizzazione.
Inoltre si è soffermato sul sistema di monitoraggio delle emissioni illustrandone le funzionalità, le caratteristiche e criticità sottolineando che la particolare attenzione per la taratura del sistema di monitoraggio risultava quanto mai necessaria per la centrale in esame, considerandone la portata e il profilo emissivo definito rilevante rispetto alle altre centrali termoelettriche soprattutto per gli ossidi di zolfo , valore più elevato rispetto agli altri impianti .
E’ stato sottolineato l’impatto del deposito di carbone scoperto ( 42.000 m2 con capacità di 300000 m3) e gli impatti potenzialmente nocivi sulla salute delle persone residenti nell’area limitrofa alla centrale e all’ambiente circostante.
Uniti per la Salute ODV