LEGA, DOVE VAI?

 
 LEGA, DOVE VAI? 
L’Italia, nel bene e nel male, è comunque oltre
 Solo in una nazione gravemente ammalata come attualmente l’Italia, intrisa di superficialità e confusione, si possono dire certe cose (fortunatamente: non realisticamente fattibili), sperando nell’imbecillità dei suoi cittadini, nel dissenso spontaneo, oltre che pericolosamente alimentato, nei riguardi di uno Stato spesso assente e colpevole.  La Lega è ovviamente ben conscia che mai sarà possibile un referendum sulla secessione della Padania: e che se mai, per assurdo, ciò fosse attuato, il no sarebbe netto e impietoso anche da parte di molti dei compagni leghisti in camicia verde. Forse sono gli ultimi bagliori, per alcuni versi tragici, di un partito nato e vissuto da una spinta emotiva e paesana, con slogan di facile presa ma anche sguaiaiti, da ‘Roma ladrona’ a ‘via gli extracomunitari dalle nostre città’, all’irriverenza verso la ‘bandiera tricolore’, a ‘la Lega c’è l’ha duro’: bagliori prima del crepuscolo a spegnersi della notte buia. L’inizio della fine?  Dissipare il patrimonio di voti e consensi così faticosamente acquisiti, significa aver smarrito quel fattore di propulsione a rappresentare un modo nuovo e coerente di fare politica: i fatti recenti ne sono la prova.  L’Italia, nel bene e nel male, è comunque oltre.  
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