centrale T. Power di Vado

IL MODA CHIEDE CHIARIMENTI AI SINDACI DI VADO E QUILIANO
Afferma il Sindaco di Vado Caviglia su La Stampa del 15 c.m. a proposito della centrale T. Power di Vado: “Certo, questo scontro frontale ampliamento contro chiusura e perdita dei posti di lavoro non mi piace proprio per niente”.
Non comprediamo tale affermazione in quanto sembrerebbe che in alternativa all’ampliamento a carbone vi sia la chiusura dell’intera centrale di Vado.
A questo proposito ricordiamo che ciò che si chiede invece è l’urgente chiusura dei 2 obsoleti gruppi a carbone, inquinantissimi e “fuorilegge” rispetto alle normative AIA, come da tutti riconosciuto e come peraltro evidenziato anche dalla perizia giurata commissionata dai Sindaci stessi di Vado e Quiliano.
I Sindaci, in base al “principio di precauzione” ribadito dalla normativa vigente, a tutela della salute pubblica, avrebbero già dovuto adoperarsi per la loro chiusura da almeno 4 anni.
Rimarrebbero funzionanti quindi gli attuali gruppi a metano, come oggi anche gran parte dell’opinione pubblica richiede, con significativo abbattimento di circa l’80% dell’inquinamento attuale e relativa riduzione degli altissimi costi esterni (circa 140 milioni di euro/anno).
Per quanto riguarda la preoccupazione del Sindaco di un calo occupazionale ricordiamo che tali preoccupazioni non le abbiamo mai sentite nel recente passato né dai Sindaci nè da certi Sindacati quando l’occupazione in centrale si è dimezzata nel passaggio della proprietà da Enel a Tirreno Power ( da 556 a 224 unità) e a proposito di occupazione non accettiamo che con l’inquinamento vengano persi ulteriori posti di lavoro nel turismo, nell’agricoltura ecc. come da noi già precedentemente documentato.
Temiamo che il voler mantenere ostinatamente i vecchi gruppi a carbone o volerne costruire di nuovi, sia anche per poter bruciare il rifiuto solido CDR ( possibile solo nei gruppi a carbone e non in quelli a gas) come previsto dal Piano Rifiuti Provinciale a pag.170 e che verrà prodotto in elevate quantità (da 36.000 a 48.000 tonnellate/anno) nella discarica Ecosavona del Boscaccio di Vado (vedi delibera di ampliamento del 28/07/2011) con emissioni di diossine e metalli pesanti in aggiunta ai fumi del carbone di questa “centrale in città” danneggiando ancora di più la salute pubblica e tutta l’economia-occupazione del savonese.
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