Risposta di Caviglione

Risposta  di Caviglione a Vaccarezza su Tirreno Power

Un altra testata on line (di cui non faccio il nome) nel consiglio di ieri era impegnata solo a riprendere per filo e per segno la questione dell’interrogazione del PD sulla trasferta del Presidente a Moena, in un clima di gossip e di cabaret. Le questioni importanti, come la relazione iniziale (e non finale, quando magari si poteva fare ora tarda, come poi è stato, col consiglio terminato dopo le 21) di Vaccarezza all’ampliamento a carbone di Tirreno Power, non sono invece quasi mai menzionate.

Ecco la mia risposta sul fatto che, a suo dire (di Vaccarezza), si sono persi 2 anni di tempo dal punto di vista economico, mentre la giunta avrebbe consentito subito l’ampliamento richiesto dall’azienda (tra l’altro appiattendosi sulle sue iniziali richieste)
“2 anni persi per il territorio provinciale dal punto di vista economico? Certo, ma per l’azienda  (T.P.).
E i 40 anni persi dal punto di vista della salute, con probabili altri 40 anni che si perderanno, che dire di questi?
Il carbone cosiddetto pulito non esiste, i nuovi gruppi emetteranno anzi polveri ancora più sottili, più microscopiche, con ovvie conseguenze sulla salute.
Inoltre, se vogliamo metterla sull’economia, col carbone, pulito o meno che sia, ci si perde sempre, sia per i posti  di lavoro sottratti al turismo, all’agricoltura e ad altre attività economiche sul territorio, a causa dei danni ambientali provocati (compresi quelli climatici), sia per i mancati numerosi posti di lavoro, tra l’altro qualificati, a seguito della  rinuncia all’uso sostenuto delle energie rinnovabili (eolico e solare). Quantomeno, come sostengo da 2 anni a questa parte, si poteva operare la completa metanizzazione della centrale termoelettrica di Vado, anche se per la Tirreno Power il carbone rappresenta senz’altro un combustibile meno costoso; tuttavia, dati i mostruosi utili dell’azienda, quest’ultima si poteva certo  ben permettere di guadagnare un po’ meno, consentendo invece al territorio di guadagnarci un po’ di più come salute e ambiente, e quindi come economia generale; e di conseguenza l’azienda ne avrebbe guadagnato in immagine e considerazione nei riguardi degli enti locali e della popolazione”.
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