La strategia di Autostrade per l’Italia (Aspi), dopo la tragedia del ponte Morandi, è stata quella di lasciare calmare le proteste, aspettare che la gente dimentichi, ben sapendo che più il tempo passa la revoca della concessione non ci sarà.
E’ la stessa tecnica che viene usata con i Sindacati quando si tratta per il nuovo piano industriale o per il contratto.
Buttare avanti delle proposte irricevibili dal Sindacato ben sapendo che non passeranno subito ma nel frattempo i dipendenti le metabolizzeranno e dopo qualche tempo verranno accettate.
Nella trattativa in svolgimento in questo periodo sul nuovo piano industriale si discute sulle nuove assunzioni necessarie per mantenere l’attuale turnazione. Per l’azienda nessun problema, con la sua proposta si riesce a trasformare la carenza di personale addirittura in esuberi, basta chiudere qualche Punto blu, togliere il presidio notturno a molte stazioni (il MIT pare non lo consenta) gestendo fino a 50 km di tratta con una sola persona in servizio. Immaginate un utente in difficoltà quanto dovrà aspettare se il problema non si riesce a risolvere in remoto.
In poche parole si vuole abbattere i livelli di servizio e l’assistenza ai clienti.
Naturalmente il Sindacato rifiuterà queste proposte, lo scontro sarà inevitabile ma l’azienda sa che, come sta succedendo con la revoca della concessione, il tempo aiuterà ad assimilare le loro proposte e prima o poi verranno accettate.
Strategie usate con la consapevolezza che tutto andrà bene. Per la revoca ora c’è anche la crisi di Governo che gioca a loro favore (ieri ha presentato sul mercato un bond da un miliardo di euro) e per il nuovo piano industriale il Sindacato, per opporsi, ha solo l’arma dello sciopero che, con il 90% di automazione, è un’arma ormai spuntata.