Referendum

I REFERENDUM
Vignetta storica del Secolo XIX. Il 9 Giugno 1991 vi fu il referendum abrogativo della preferenza plurima, della quota proporzionale per il senato, delle differenze elettorali nei comuni sopra e sotto i 5000 abitanti. Bettino Craxi invitò gli italiani ad andare al mare.
Il 62,5% degli aventi diritto andò invece a votare per una politica più pulita e libera da inciuci, di lì a poco ci liberammo della prima repubblica. 

 

 

APPELLO PARTECIPAZIONE REFERENDUM
NOI PER SAVONA E VERDI

I gruppi politici Noi per Savona e Verdi, prendono posizione a favore della partecipazione ai referendum del 12 e 13 giugno 2011 e invitano i Cittadini a votare quattro SI’.  Oltre a ritrovarsi pienamente nelle parole del Capo dello Stato circa il “diritto – dovere” a partecipare alla consultazione referendaria, sottolineano l’importanza di poter esprimere democraticamente il loro parere su temi che, al di là dell’ innegabile valenza politica, riguardano importanti aspetti concreti della vita, come la sicurezza degli elementi naturali, il diritto inalienabile  dell’accesso libero all’acqua e  la giustizia che dev’essere uguale per tutti.

Questi temi sono importanti per tutti i Cittadini: il voto non appartiene né alla sinistra né alla destra. La scelta di una certa classe dirigente di tacere o di non andare a votare è anche una dimostrazione di poco rispetto verso i Cittadini.

In questi giorni, si è verificato un fatto molto significativo e incoraggiante per il futuro: forze politiche cittadine si sono ritrovate unite su questi temi e insieme hanno collaborato per dare una buona e corretta informazione in città!

Noi per Savona e Verdi rivolgono un appello a tutti i cittadini perché vadano a  votare e contribuiscano, con i loro SI,’ a un futuro migliore.

 

Desiderano condividere con i lettori  alcune riflessioni sul tema, elaborate da Mimmo Filippi.

Referendum sull’acqua

Il problema dell’accesso all’acqua già nel quadro attuale, ma sempre più, in prospettiva, rappresenta, se non affrontato democraticamente secondo principi di equità, giustizia e rispetto per l’ambiente, una causa scatenante di tensione e conflitti all’interno della comunità internazionale.

L’acqua costituisce un bene comune dell’umanità, un bene irrinunciabile che appartiene a tutti. Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile; l’acqua quindi non può essere proprietà di nessuno, bensì bene condiviso equamente tra tutti. Ad oggi più di 1,4 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile e, in prospettiva, le persone senza accesso all’acqua potabile diventeranno più di 3 miliardi nel 2020 se non interverranno adeguate politiche di utilizzo sostenibile.

Le lotte per il riconoscimento e la difesa dell’acqua come bene comune hanno acquisito in questi anni una rilevanza e una diffusione senza precedenti; anche in Italia l’importanza della questione acqua ha raggiunto nel tempo una forte consapevolezza sociale e una capillare diffusione territoriale, aggregando culture ed esperienze differenti.

Il ”Manifesto Italiano per il Contratto Mondiale dell’Acqua” ha tra gli obiettivi fondamentali il diritto di accesso all’acqua potabile per tutti entro il 2020, il riconoscimento dell’acqua come bene comune pubblico e patrimonio dell’umanità e di tutte le specie viventi; il finanziamento pubblico dei costi associati all’acqua come diritto umano e come bene comune, la centralità della democrazia partecipativa e del risparmio idrico.

La gestione delle risorse idriche non deve infatti essere assoggettata a norme di mercato interno, i servizi idrici non debbono essere l’oggetto di negoziati commerciali, ma di regole che promuovano una valorizzazione ed una gestione sostenibile di un bene comune pubblico.

 

Referendum sull’energia nucleare.

Lo scorso 13 gennaio Mario Agostinelli scriveva su Il Fatto Quotidiano: “I calcoli più accurati e più ottimistici dicono che, arsenali militari compresi, avremo a disposizione uranio ancora per un minimo di 55 e un massimo di 85 anni, sempre che il parco reattori non aumenti (e il prezzo non scoraggi l’estrazione). Tenuto conto che le prime nostre centrali non entrerebbero in produzione prima di un decennio, non riesco a capire quale sia la convenienza di un “ritorno lampo” dell’atomo, come invece vorrebbe darci a intendere lo scacchista dello spot del Forum Nucleare Italiano in onda su tutti i media in queste settimane. Credo che in base a queste considerazioni fatte, allo scacchista non resti che abbandonare sconfitto la partita”. Basterebbero queste considerazioni per abbandonare subito la pazzesca ed irresponsabile idea di costruire centrali termo-nucleari in Italia.

Ma l’arroganza dei potenti e le mistificazioni di tanti organi di informazione ad essi asserviti continuano ad insistere sull’ineluttabilità di energia da fonti nucleari, assicurandone la convenienza e la sicurezza. Mentre, per primo, il Prof. Rubbia ne mette in forse l’adottabilità per i gravissimi problemi legati ai tempi di realizzazione, ai costi di costruzione e di gestione, ai tempi di ammortamento dei capitali investiti, allo smaltimento di grandi quantità di scorie ed alla mancanza di livelli assoluti di sicurezza degli impianti.

Dalle centrali nucleari vagano per il mondo le temibili scorie di un’energia in declino. Per incidenti nelle centrali nucleari vagano periodicamente per il mondo nubi radioattive; ricordiamoci di Chalk River, di Argon, di Trino Vercellese, di Caorso, di Windscale, di Sellafield, di Tallin, di Tokaimura, di Chernobyl, di Fukushima e di tanti altri: 130 incidenti in 50 anni: tumori, leucemie, morti, inquinamenti irreversibili.

Esistono forme di energia alternativa, ad emissioni “zero”, decisamente praticabili ed efficaci, che vengono sistematicamente sabotate dai padroni del mercato dei combustibili fossili.

Referendum sul legittimo impedimento.

Nel codice penale è previsto che ogni cittadino ha diritto a far spostare un’udienza di un processo che lo riguarda se ha un impedimento che però, dice la legge, dev’essere «effettivo e assoluto». Caso tipico, una malattia. Nel caso di un imputato che sia anche presidente del Consiglio, è intervenuta una legge che ha esteso notevolmente i casi in cui egli può chiedere di non presenziare al dibattimento e quindi, implicitamente, di rinviare. Dice la legge: «In caso di concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni previste per leggi o dai regolamenti e delle relative attività preparatorie e consequenziali, nonché di ogni attività, comunque, coessenziale alle funzioni di Governo». Ed è questo il primo dei problemi sollevati dai magistrati di Milano: l’estensione dell’elenco degli impedimenti. Perché la legge è uguale per tutti, anche per Silvio Berlusconi. Quando smette di esserlo è segno che non c’è più democrazia.

Se chi governa un paese è accusato di un crimine ha il diritto e il dovere di difendersi. Ma nel processo non dal processo.

Se al governo c’è un mascalzone i cittadini devono saperlo subito. Non dopo che ha lasciato il governo, quando il danno è già stato fatto.Chi sta al governo deve fare leggi che servono al Paese e ai cittadini. Non a se stesso. Assumere cariche pubbliche è una responsabilità che impone comportamenti trasparenti. Non un privilegio che regala l’impunità ai potenti.La legge sul legittimo impedimento è pertanto una legge iniqua e ingiusta. Ma noi possiamo cancellarla.

       I gruppi politici          Noi per Savona e Verdi

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