“Ho letto l’intervista di Andrea Melis al Secolo XIX, il primo all’interno del MoVimento 5 Stelle ad accettare l’idea di allearsi con il PD. L’ho trovato un po’ confuso.
Non tanto sulle opinioni. Melis ha voluto per primo aprire al PD preferendo farlo a mezzo stampa, ed è una posizione che rispetto. Il nostro fondatore, Gianroberto, la pensava in maniera un poco diversa. Ma ad ognuno le sue idee e i suoi valori, ci mancherebbe.
Quello su cui l’ho trovato confuso sono i fatti recenti. “Trattato come un eretico”, dice di essere. Ma a ben vedere è Alice Salvatore ad aver ricevuto attacchi, critiche, a volte insulti. A me hanno dedicato canzonette anni ’80 dalle disgustose allusioni sessuali o cover di canzoni dove mi davano dell’ubriaca e della malata di mente.
Lo trovo leggermente confuso su Rousseau. La piattaforma Rousseau è un grande ed unico strumento di democrazia diretta: Melis si rifiuta di finanziarlo, dato che si tiene ben stretti i €300 al mese destinati alla sua manutenzione, mentre tutti gli altri cittadini eletti del MoVimento 5 Stelle restituiscono questo denaro per il bene di Rousseau. Ma avrà i suoi buoni motivi per tenersi i soldi.
Aldilà di questo, la cosa più grave è la confusione sul concetto di democrazia. Ha prevalso la linea dell’accordo con il PD per cui Alice Salvatore, secondo Melis, “non è in grado di sostenere un negoziato”. A quale titolo Melis si erge a giudice e capo del MoVimento? Quali i motivi che lo rendono sicuro di essere in grado lui di sostenere un negoziato e non essere già prono a decisioni altrui?
A Melis sfugge che la democrazia prevede che si faccia la volontà del “popolo” e degli “iscritti”, non che chi sostiene una linea politica diversa dal voto l’ultimo per altro, che al momento non cancella l’esito dei precedenti venga escluso e ridotto al mutismo.
Il regolamento del MoVimento, altro punto su cui Melis fa confusione, non prevede nè pretende nessun passo indietro da parte mia. La mia decisione di ritirare la candidatura è dettata dalla coerenza con i miei valori e dal fatto che non posso sopportare di sedermi ad un tavolo con Burlando, Orlando e Paita. I carrozzoni e le accozzaglie per mantenere le poltrone non fanno parte del mio modo di fare politica, nè facevano parte del pensiero di Gianroberto. Melis probabilmente ha una visione diversa.
Ora si apre una fase di consultazione: il mio augurio è la delegazione che dovrà gestire questa curiosa trattativa ricordi con precisione i nostri valori, non tradisca del tutto la natura della nostra esperienza politica, ma soprattutto sia pronto a fare un passo indietro se il dialogo si trasformerà in “inciucio”.
Alice Salvatore