Sully, di Clint Eastwood (89 anni ieri), con Tom Hanks, Laura Linney, Anna Gunn, Mike O’Malley, Usa, durata 96 minuti, genere biografico drammatico.
Fatto vero ricostruito con le informazioni rilasciate dal comandante che ha vissuto in prima persona il dramma.
Volo Airbus 1549, 155 passeggeri a bordo, aeroporto La Guardia di New York, il maturo ed esperto comandante Sully Sullenberg decolla la mattina del 15 gennaio 2009 e impatta subito dopo con uno stormo di uccelli.
L’evento accidentale risulterà di estrema gravità, l’aereo perde la funzionalità di entrambi i motori, ha la possibilità di virare e atterrare come aliante su due piste vicine date libere dal centro controllo, ma il tempo necessario per decidere che fare e consultare il manuale alla voce perdere i motori, supererà i 35 secondi, al che all’aereo rimane una potenza esigua, l’unica alternativa è atterrare sul fiume Hudson che si trova nelle immediate vicinanze; il comandante prevede che l’aereo dopo l’impatto sull’acqua dovrebbe rimanere a galla per un certo tempo probabilmente sufficiente a salvare la vita di molti.
Tutto filerà liscio, soprattutto grazie alla abilità del pilota che impatta duramente sull’acqua riuscendo a non distruggere l’aereo, e all’immediatezza dei soccorsi navali che traggono in salvo in 24 minuti i passeggeri riunitisi infreddoliti, con i piedi bagnati, sulle due ali dell’aereo o nei due canotti giganti di emergenza apertisi automaticamente sulle uscite dell’aereo.
Con la temperatura esterna di 2 gradi e gli arti inferiori nell’acqua gelida i passeggeri non avrebbero potuto sopravvivere per più di 30 minuti, il loro salvataggio avviene, come nei film, sul filo degli ultimi minuti, e al pari del gesto eroico del pilota, esso sarà decisivo per la loro sopravvivenza.
Sully subirà una stressante inchiesta dall’Ente dell’aeronautica e dalle assicurazioni. Il simulatore di volo messo su da loro per le indagini, e contenente tutti i dati della situazione reale dell’incidente, escluderà, tra le varie decisioni possibili dei piloti da prendere subito dopo l’incidente, quella dell’atterraggio sul fiume Hudson.
Secondo i simulatori di volo la potenza residua dell’aereo era tale da consentire un atterraggio corretto in una delle due piste vicine proposte dal centro di controllo. Sully contesterà con vigore tale simulazione, perché essa non tiene conto dei 35 secondi presi dai piloti per pensare a cosa fare dopo l’impatto con gli uccelli. Quel tempo ha fatto perdere all’aereo, rimasto senza motori, un ulteriore potenza di spinta, cosa che non avrebbe poi consentito un ritorno nelle normali piste indicate senza gravissime conseguenze.
Impostati i 35 secondi di ritardo sul simulatore, questi simula un ritorno dell’aereo in ciascuna delle due piste proposte dal centro di controllo, in condizioni di caduta libera incontrollata, ossia come impatto disastroso. La vittoria di Sully sarà piena, diventerà un eroe senza ombre: aveva effettivamente fatto l’unica scelta possibile.
Film che ricostruisce i fatti accaduti con buon realismo e chiarezza comunicativa, riproducendo le stesse immagini delle numerose fotografie scattate dai fotografi sul fiume quando è avvenuto l’incidente.
La tecnica narrativa non cronologica nella riproduzione dei fatti ma a incastro logico, consente di non prevedere tutto quello che in fondo quasi già si sapeva, ma di rimanere spiazzati o piacevolmente sorpresi da alcune sequenze di vita qua e là dei protagonisti, come ad esempio quelle sul comandante riguardanti i suoi sogni, pensieri, paure, fobie durante il periodo dell’inchiesta che lo accusava di aver fatto una scelta errata che metteva in pericolo la vita di molti.