Lunedì 8 aprile si svolgerà l’ennesima mobilitazione per le vie di Genova per dare evidenza della situazione drammatica in cui si trova Piaggio Aerospace, con l’avvio della procedura della cassa integrazione straordinaria.
Il precedente governo presieduto da Paolo Gentiloni (PD), con ministro della difesa la genovese Roberta Pinotti (PD), prossimi al termine della legislatura (fine 2017), avevano annunciato uno stanziamento da 766 milioni di euro per la fornitura all’Aeronautica Militare dei droni del tipo P.2HH. Un vero boccone avvelenato lasciato, a fine mandato, dal governo a guida PD per i successori (LEGGI).
Sulla base di questo finanziamento per lo sviluppo e l’acquisto dei sistemi d’arma a pilotaggio remoto da parte dello stato italiano, il fondo governativo degli Emirati Arabi Uniti, Mubadala, che controllava Piaggio aveva provveduto, a fine 2017, ad una iniezione di liquidità per 250milioni.
Con la nuova maggioranza di governo tra la Lega di Salvini ed il Movimento 5 Stelle, formatasi dopo le elezioni del 4 marzo 2018, l’iter per lo stanziamento dei 766 milioni promesso dal precedente governo non ha mai decollato.
Le tensioni finanziarie di Piaggio sono note da anni, già dopo il trasferimento delle produzioni nel nuovo e futuristico stabilimento a Villanova d’Albenga, nel novembre 2014, che avrebbe dovuto rilanciare l’azienda, la situazione finanziaria non ne aveva tratto vantaggio, tanto che già nel 2015 e 2016 i bilanci presentavano non poche criticità.
L’indecisionismo dell’attuale governo Lega – 5 Stelle, dei due vicepremier Salvini e di Maio e presieduto dal professor Giuseppe Conte, è stata verosimilmente la goccia cha ha fatto traboccare il vaso. Il 22 novembre 2018, gli azionisti Emiratini, anche a fronte di perdite per 618milioni, hanno alzato bandiera bianca, dando mandato al consiglio di amministrazione della società, di avviare la procedura di amministrazione straordinaria.
Quando i buoi sono ormai sono scappati dalla stalla, le rappresentanze dei lavoratori ed i sindacati hanno indetto, per il 26 novembre 2018, uno sciopero con manifestazione per le vie di Savona, con alla testa numerosi esponenti politici locali, sindaci, presidente della provincia, parlamentari del territorio. Visto che la vertenza si protrae da anni, gli scioperi e le manifestazioni andrebbero indetti, anche in via preventiva, invece che a decisioni prese, con lo scopo di mettere di fronte alle loro responsabilità chi ha potere di decisione, evidentemente questo obiettivo non era ben chiaro, il risultato è stato un notevole spreco di risorse da parte dei lavoratori.
Il beneficio della partecipazione di tutti questi politici locali alla manifestazione di Piaggio ad oggi non è ancora noto, visto il precipitare della situazione. Inoltre nessuno di questi politici pare avere poteri per autorizzare finanziamenti per ripianare il debito o per autorizzare commesse, date le cifre in gioco, e chi eventualmente ha questi poteri (governo verde – giallo) ad oggi risulta assente.
Oggi ci si ritrova a ridosso delle elezioni europee ed amministrative di maggio e qualcosa bisogna per forza fare, meglio usare le problematiche del lavoro per fini propagandistici ed elettorali di breve termine. Da questa pratica le rappresentanze dei lavoratori ed i sindacati savonesi pare non vogliano prendere le distanze.
Insediatosi il nuovo governo verde – giallo, nel giugno 2018, quanto pianificato dai precedenti governi in prossimità delle elezioni è passato comprensibilmente in secondo piano, per dare spazio e visibilità alla propria azione di governo. Probabilmente, 766milioni non erano neppure più nelle disponibilità economiche del governo verde – giallo dopo aver varato i noti e costosi piani di abolizione della povertà e quota 100 sulle pensioni.
Dai 766 milioni annunciati in principio, in queste ultime settimane si è passati ad una rimodulazione dell’investimento governativo in 250 milioni di euro, oltre al cambio del programma di investimento che inizialmente che prevedeva lo sviluppo del drone P.2HH. Il mutamento del programma di investimento ha destato comprensibili perplessità nelle forze armate che ne sono le beneficiarie finali.
Oggi ci si ritrova ad un rimpallo di responsabilità tra il vicepremier Luigi di Maio (5 Stelle) in qualità di ministro dello sviluppo economico ed il ministro della difesa Elisabetta Trenta (5 Stelle), che si deve rendere interprete delle volontà delle Forze Armate, evidentemente i due Pentastellati sul futuro di Piaggio non hanno le stesse idee. Avrà sicuramente voce in capitolo anche il ministro dell’economia e delle finanze Prof. Giovanni Tria (indipendente e componente del comitato economico e sociale della fondazione Bettino Craxi) che potrà elargire i fondi sulla base di programmi condivisi e previa copertura.
La politica continua a non dimenticarsi di Piaggio, Luca Pastorino, deputato Leu dichiara a Repubblica «la situazione è molto grave. Presenterò subito un’interrogazione per avere certezze sul futuro di Piaggio Aerospace». Più che presentare un interrogazione che non costa niente, bisogna che trovi qualcuno che risponda positivamente a questa interrogazione.
Secondo la Stampa di venerdì 5 aprile, il Consiglio comunale di Finale Ligure, storica sede Piaggio prima del trasferimento del 2014, presenterà un ordine del giorno a sostegno degli operai. Siamo confidenti che l’ordine del giorno verrà approvato all’unanimità, ma successivamente i fondi per sostenere materialmente gli operai chi li stanzierà? Il comune di Finale Ligure? Comunque siamo in prossimità delle elezioni amministrative anche per il comune di Finale Ligure.
Il sindaco uscente di Finale Ligure Ugo Frascherelli (area PD) si fa promotore dei prodotti Piaggio e non si spiega il ricorso agli ammortizzatori sociali «questo avviene inspiegabilmente in presenza di prodotti dalle potenzialità molto elevate: i motori, sempre in grado di fornire un importante fatturato, il P180 EVO, che continua a riscuotere apprezzamenti nei saloni internazionali in cui viene presentato ed i progetti da certificare, il pattugliatore pilotato MPA ed il drone P1HH. Le critiche sollevate sul P1HH sono eccessive ed ingiustificate perché, pur non potendo né volendo soddisfare i requisiti estremi richiesti dall’Aeronautica Militare per il P2HH, rappresenta un passo avanti epocale per la capacità tecnologica italiana». Dovrebbe però spiegarlo ai vertici delle Forze Armate.
Con queste premesse per mettere la politica e le istituzioni di fronte alle proprie responsabilità l’unica strada da parte dei lavoratori e dei sindacati che li dovrebbero rappresentare, sono mobilitazioni partecipate che diano evidenza del disagio sociale dei lavoratori, per questo ci vogliono organizzazione e strategie. Di tutto ciò, al momento, per le vertenze che interessano la nostra provincia si è visto ben poco ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Le mobilitazioni meglio riuscite, con tutte le contraddizioni che le contraddistinguono, sono le passerelle elettorali.
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