Money monster, L’altra faccia del denaro, di Jodie Foster, con George Clooney, Julia Roberts, Usa, anno 2016, 98 minuti, commedia.
Lee Gates (George Clooney) nel suo lavoro è poco più di uno strillone mediatico carismatico, conduttore di un programma TV centrato su banali consigli per gli acquisti in borsa, dettati da forze finanziarie oscure.
Un giorno, a seguito del crollo finanziario di un titolo da lui caldamente consigliato, irrompe nello studio TV un giovane armato che, in diretta, lo prende in ostaggio minacciandolo di farlo saltare in aria con cariche esplosive sistemategli intorno alla vita.
Il giovane ha appena perso 60.000 dollari, tutto quello che aveva, una somma ereditata dalla cara madre che rappresentavano per lei i risparmi di tutta una vita. Nonostante ciò però, si scoprirà via via, che egli non vuole essere rimborsato ma capire cosa è successo veramente, e riportarlo sulla diretta. Il giovane spera così di poter mettere al riparo altri, poveri come lui, da acquisti azzardati.
Ufficialmente, da parte degli amministratori finanziari del titolo crollato in borsa, viene data la colpa della perdita a un algoritmo mal calcolato, in realtà si scoprirà, dopo una serie di informazioni ricavate grazie alla minaccia di morte pendente sul conduttore, che la perdita è avvenuta per manovre losche della finanziaria stessa, consistenti in giochi di corruzione e perfide astuzie speculative fuori da ogni regola vigente, (il tutto è avvenuto in modo poco prudente, quasi trasparente), questi aspetti riguardavano la compravendita di una ricca miniera africana.
Film riuscito, che gioca sull’ambiguità di uno dei personaggi centrali del racconto: il povero perdente in borsa, che per lungo tempo nel film appare come un cinico e rozzo manicheo disposto anche a uccidere per vendicarsi del torto subito, per poi svelare verso il finale la sua natura più autentica, quella di uomo per bene che vuol cambiare le cose, rendendo ad esempio comprensibili, almeno in una sintesi didattica, le logiche della finanza, anche con gesti audaci, di forza.
Film con qualche ambizione da thriller di denuncia, ma le numerose finestre aperte sull’ironia e le ricche situazioni comiche lo collocano con tutto rispetto nella commedia intelligente di stampo tragi-comico. Bene Clooney, non nuovo in una parte così istrionica (vedi L’uomo che fissa le capre).