A maggio del 2019 ci saranno le elezioni europee. E il Movimento non deve farsi mettere all’angolo ma attaccare. Salvini e Orban hanno lanciato la sfida a Macron che ovviamente l’ha colta al volo. Non aspettava altro che salire su un napoleonico cavallo bianco a difendere a spada tratta il Continente dalla deriva populista e sovranista. E Salvini ed Orban non potevano sperare in un nemico migliore per ergersi a paladini dei popoli e dei confini contro la solita politica perbenista ed elitaria ed ipocrita e tecnocratica e globalista di cui Macron è indubbiamente un esponente di punta a livello continentale. Un duello che però conviene solo a loro e danneggerebbe il Movimento 5 Stelle. A Macron conviene bollare il Movimento come uno dei componenti della banda “populista” – come già sta facendo e come hanno sempre fatto in Italia i renzusconiani – in modo da denigrare il Movimento a priori ma anche in modo da censurarlo ed impedire che le sue ‘pericolose” idee si diffondano. Ai sovranisti grigi alla Salvini e alla Orban, invece, un Movimento rilegato tra le loro fila “populiste” converrebbe perché risulterebbero loro gli unici antagonisti dell’establishment europeo e avrebbero gioco facile a monopolarizzare il dissenso impedendo al Movimento di distinguersi. Ma il Movimento 5 Stelle è diverso da entrambi, è contro il vecchio establishment europeo ma è anche molto diverso dai grigi sovranisti figli del passato. Per questo il Movimento deve smarcarsi ed attaccare. Le buone ragioni che hanno spinto milioni di italiani a votare il Movimento – con diversi gradi di gravità – sono valide anche in altri paesi Europei e certamente a Bruxelles dove destra e sinistra, socialdemocratici e popolari e liberali sono solo baggianate con cui caste politiche parasartie fanno finta di scontrarsi ma in realtà condividono tutto compreso il loro fine supremo che è ingrassare a spese del contribuente. La costosa e sterile farsa europea non fa venire l’orticaria solo a noi italiani e le ideologie non sono morte solo a casa nostra. Il Movimento 5 Stelle ha praterie politiche sterminate su cui scorrazzare in tutti gli stati membri dell’Unione. E oggi che è al governo del paese ancora di più perché non si tratta di un sogno ma di una realtà e che sta pure funzionando. Il duello Macron contro Salvini e Orban è in realtà lo scontro tra due concezioni entrambe vecchie e superate. Da una parte Macron e l’asse franco-tedesco tutto burocrazia e vincoli finanziari che sostanzialmente vuole conservare l’Europa com’è oggi dato che a loro conviene (Pd e Forza Italia appartengono a questo fronte). Dall’altra Salvini e Orban e i sovranisti tutto muscoli e tweet che sostanzialmente voglio tornare indietro agli stati nazionali. Il Movimento deve proporre invece di andare avanti. Deve proporre un Europa dei popoli o meglio dei cittadini. Un Europa in cui i cittadini europei si coalizzino per conquistare i palazzi di Bruxelles come già successo a Roma. E trasformino quel freddo e cinico club finanziario in una accogliente e sensibile associazione politica al servizio della comunità continentale. È un progetto ambizioso e arduo. Per farsi conoscere ed apprezzare in Italia l’idea del Movimento ci ha messo tempo e fatica ma le prossime elezioni europee del maggio 2019 possono essere un’ottima opportunità per fare un passo avanti. Il Movimento ha i numeri, i contenuti e gli uomini per smarcarsi da anacronistici duelli e lanciare un Europa a 5 Stelle.
Tommaso Merlo Infosannio