“Un parco archeologico di industria del paleolitico” per Vado Ligure
In un articolo pubblicato l’ 8 giugno 2018 sul sito di informazione economica SavonaUno, si metteva in evidenza il nuovo ricorso al Consiglio di Stato, presentato dal Comune di Vado Ligure, contro l’apertura, da parte della società AZ Arreda Srl, di una grande rivendita di mobili ed arredamenti sulle aree delle ex Officine Ferrero
La Regione Liguria, non ravviserebbe invece nessun impedimento all’apertura della nuova attività commerciale.
L’area in oggetto versa in stato di abbandono da alcuni decenni, ma si tratta comunque di un’area che era adibita ad uso produttivo ed industriale, che si vedrebbe riconvertita per un utilizzo di tipo commerciale, in un comprensorio già ad alta densità di centri commerciali.
L’articolo di SavonaUno evidenzia che la superficie al centro della controversia è quella compresa tra via Ferraris, la strada che porta a Valleggia, e il sito industriale di Bombardier.
Bisogna sempre ricordare che, dall’estate 2016, Bombardier si trova in stato di crisi, con relativa procedura di riduzione del personale di 106 unità e ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali.
Se, per le aree ex Ferrero, dovesse prevalere un utilizzo finalizzato a grandi strutture di vendita, cosa si potrebbe prospettare per le adiacenti aree di un’azienda in stato di crisi come Bombardier?
I tranquilli sindacati metalmeccanici savonesi sono mesi che richiedono un incontro alle varie autorità politiche per discutere dello stato di crisi di Bombardier, e pare che nelle assemblee promettano ai lavoratori azioni clamorose, nel caso non lo ottengano, ma se alla fine l’incontro non trova conferma o viene rinviato, le azioni clamorose vengono via via posticipate, come gli incontri. Alcuni rappresentanti dei lavoratori sembrano anche impegnati tra comitati provinciali ed altre attività legate al turismo.
Come si era già pubblicato in un precedente articolo (LEGGI), gli ultimi destinatari di una delle diverse richieste d’incontro avanzate dai sindacati savonesi, sarebbero il Ministero dello Sviluppo Economico (non si sa bene da chi rappresentato, in attesa che il neo ministro Luigi Di Maio studi i dossier dei 162 tavoli di crisi a cui il MISE deve rispondere e distribuisca i relativi incarichi), la Regione Liguria, nelle persone del Presidente Giovanni Toti (Forza Italia), dell’assessore allo Sviluppo Economico, Andrea Benveduti (Lega di Salvini) e dell’assessore al Lavoro Giovanni Berrino (Fratelli d’Italia), il Comune di Vado Ligure e la Provincia di Savona nella persona di Monica Giuliano (PD), oltre al Prefetto di Savona.
Di Maio – Toti – Benveduti – Berrino – Giuliano
Non bisogna poi dimenticare che il Comune di Vado Ligure è inserito nel progetto di riconversione industriale per l’area di crisi complessa del savonese. Diverse aree del comune sono state destinate ad accogliere nuovi insediamenti produttivi, che dovrebbero andare a sostituire quelli persi durante questi anni di crisi. Se una volta varato il piano di riconversione che dovrebbe rilanciare la malconcia industria savonese, si dovesse perdere Bombardier, una delle poche realtà industriali della provincia con oltre 250 lavoratori, siamo veramente sicuri che si voglia effettivamente perseguire il rilancio industriale della provincia di Savona?
Si tenga conto che uno degli obiettivi del piano di riconversione sarebbe l’aggregazione delle piccole e medie industrie e la loro collaborazione con le grandi industrie.
Come riportato sul piano di riconversione, il comune di Vado Ligure è l’unico comune, tra quelli dell’area di crisi complessa, con 2 imprese superiori alle 250 unità.
Auguriamoci che il sindaco Monica Giuliano (PD), che nell’ultima campagna elettorale si era molto spesa per il completamento dell’iter del piano di riconversione per l’area di crisi complessa, visto il repentino mutare del barometro politico, non venga contagiata dalle idee della decrescita felice, favorendo la trasformazione di Vado Ligure in “un parco archeologico di industria del paleolitico”.
Quel che rimane delle torri della centrale potrebbe trasformarsi in un centro di alpinismo con annesso ristorante panoramico, inserito in un incantevole scenario tra mare e monti, i serbatoi inutilizzati potrebbero diventare vasche per acquario o dei centri per l’immersione, mentre i resti del nastro trasportatore del carbone potrebbero essere trasformati in un trenino panoramico.
Nella nostra provincia, personale con consolidate referenze ed ampia esperienza nel settore turistico, che potrebbe anche tenere corsi avanzati di formazione per i lavoratori fuoriusciti dall’industria del paleolitico, non mancherebbe.
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