Una portacontainer Maersk nell’Artico

Una portacontainer Maersk nell’Artico  coì i danesi sfidano il Canale di Suez

La risposta danese nella corsa alla conquista nella corsa è un carico di pesce congelato. Più del carbone cinese e del gas per i giapponesi, i container di Maersk potrebbero dare vita ad una rivoluzione del commercio mondiale. Per ora solo potenziale, anche se i numeri accelerano l’esplorazione del passaggio a Nord e fanno gola alle compagnie.

Sfidare i ghiacci conviene: Cosco a giugno ha fatto sapere che con le 10 navi schierate sulla rotta e i 14 viaggi effettuati, ha risparmiato 10 milioni di dollari, 7 mila tonnellate di carburante e 220 giorni di viaggio rispetto alla navigazione tradizionale attraverso il Canale di Suez.

Così Maersk ha battuto tutti sul tempo: non è la prima grande compagnia, ma è stata la più veloce a far percorrere la rotta artica ad una portacontainer. Cinesi e giapponesi sono arrivati tempo fa, ma a Mol, ad esempio, interessa più il gas naturale.

Maersk, primo armatore del mondo, è attratto dall’idea di avere una via alternativa sulla rotta che collega l’Asia all’Europa. Per ora si tratta solamente «di un viaggio unico» come ha sotto lineato il gigante danese. Sembra più la prova di uno studio di fattibilità che l’inizio di uno sfruttamento intensivo di un nuovo corridoio marittimo.

In fondo la rotta a Nord è navigabile solo due, massimo tre mesi all’anno. Troppo poco. E poi servono investimenti: non bastano le navi tradizionali, è necessario attraversare Bering e costeggiare la Siberia con scafi iceclass, in grado cioè di non subire danni dal ghiaccio che su quella rotta è sempre presente.

Il cambiamento climatico è una notizia positiva per le grandi compagnie di navigazione, meno per la sostenibilità ambientale, ma al momento comunque quella rotta rimane proibita per buona parte dell’anno. La Maersk Venta è una portacontainer appena costruita per la compagnia danese e può trasportare 3.600 container. La rotta è tradizionale: il carico partirà da Vladivostok, supererà lo stretto di Bering il primo settembre e poi proseguirà per Bremerhaven e San Pietroburgo. Giunta in Europa, entrerà nella flotta di Seago, sorella minore di Maerk, impegnata in rotte decisamente più brevi di quella compiuta per arrivare a destinazione dall’Asia. Oltre al pesce, la Venta porterà una serie di informazioni utili a comprendere se il passaggio a Nord potrà essere la rotta del futuro per i traffici marittimi.

«Per ora è solo un test» ripetono da Maersk. Eppure le gemelle ice-class della Venta sono sei. Meglio essere pronti.

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1 thought on “Una portacontainer Maersk nell’Artico

  1. Le rotte dell’Artico sono molto pericolose per vari fattori . I mezzi navali devono essere adeguati alle necessità naturali della zona , le più piccole possibili poichè in caso di incidente non si abbiano grosse quantità di materiale inquinante ,già una portacontainer dovesse avere un guaio serio provocherebbe un inquinamento che data la natura del luogo neppure Gesù Cristo riuscirebbe a ripianare detto inquinamento. Penso che sia doveroso una attenta riflessione

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