Progetto Tirreno Power impresentabile Uno spunto di riflessione |
Come Referente Scientifico della Commissione Ambiente e Salute dell’ ordine dei Medici di Savona, desidero fare alcune considerazioni sul progetto di ampliamento della centrale a carbone di Vado Ligure, già approvata dalla commissione tecnica del Ministero dell’ Ambiente, e sulla quale pendono i ricorsi al TAR di Regione e altre amministrazioni locali e movimenti di cittadini. Il progetto di ampliamento della centrale contiene contraddizioni macroscopiche che lo rendono affatto impresentabile, perché in violazione delle direttive europee che prevedono per i nuovi insediamenti produttivi l’ impiego delle migliori tecnologie disponibili al momento, al fine di contenere l’ inquinamento. Il concetto è assai semplice e di facile comprensione anche per le persone poco esperte. Come si può desumere dalla tabella presentata da Tirreno Power, gli attuali gruppi a carbone verranno ristrutturati per essere meno inquinanti. Ma la loro ristrutturazione sarà ben lungi dall’ applicare le migliori tecnologie disponibili: infatti per ogni Megawatt installato, i vecchi gruppi ristrutturati emetteranno 6,8 tonnellate /anno di ossidi di Zolfo, 3,6 t/anno di ossidi di azoto, 0,16 t/anno di polveri primarie. Il nuovo gruppo a carbone invece, sempre per ogni Megawat installato, emetterà 2 T/anno di ossidi di zolfo, 1,5 t/anno di ossidi di azoto, 0,08 t/anno di polveri primarie. Il che significa che nella nuova centrale a carbone, con tutti i gruppi ristrutturati, 2 gruppi emetteranno 3,4 volte più ossidi di zolfo, 2,5 volte in più ossidi di azoto, il doppio delle polveri primarie rispetto al terzo gruppo: dimostrazione evidentissima che, pur disponendo di una tecnologia meno inquinante, questa non sarà applicata a tutti i gruppi a carbone, ma solo a 1. Il motivo, più che evidente, sta nel fatto che si vuole risparmiare, incuranti delle ricadute che questo risparmio avrà sulle emissioni di sostanze inquinanti nell’ ambiente. Orbene, come già ebbi modo di dire ad un Amministratore di un comune interessato dall’ installazione della nuova centrale a carbone, che mi aveva chiesto di studiare il progetto per trovarne qualche difetto, “anche un bambino di quinta elementare si accorgerebbe dell’ insostenibilità di tale progetto”. Il risultato fu che da un giorno all’ altro quel Comune affidò ad altri il compito di redigere le osservazioni contro il progetto di ampliamento della centrale. Non è necessario precisare che le mie osservazioni non comparvero nel documento presentato in regione. Ma quello che è più sconfortante è che questa “svista” la ebbero anche le altre amministrazioni ( comuni, Provincia e Regione) che dovettero inviare rilievi contrari al progetto al ministero dell’ ambiente. Naturalmente neppure la commissione del ministero dell’ ambiente notò questa “strana anomalia”, e approvò entusiasticamente il progetto. Ne seguì un silenzio assordante da parte dei partiti politici, pur stimolati dalle mie conferenze su questo argomento. Spero che qualcuno recepisca questi dati, e voglia prendere le opportune misure. Dottor Paolo Franceschi Referente Scientifico della Commissione Ambiente e Salute Dell’ Ordine dei Medici di Savona
|