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- Noi marittimi siamo sempre stati precari! soltanto che, per un certo tempo l’ obbligo di imbarcare personale italiano, ci aveva dato qualche garanzia, anche se diventava sempre più difficile, riuscire a ritrovare un imbarco. Poi sono cominciati i guai! I sindacati non erano ben visti dai marittimi dell’armamento libero, ed ogni volta che il personale nuovo imbarcava mi presentava la richiesta di non voler aderire a versare contributi a favore dei sindacati, alcuni dei quali (quelli di Augusta e Molfetta nel caso del mio armatore ) contribuivano, anche, a far togliere qualche elemento in più dalla tabella di armamento, dopo che in quella del Mediterraneo, col rinnovo del contratto di lavoro, era già stato eliminato qualche elemento. Un po’ di aumento delle paghe veniva compensato con la diminuzione del personale, e, nel tempo, sono stati eliminati parecchi elementi. Un giorno mi lamentai con l’addetto al personale dicendo: come possono pretendere di essere tutelati dai sindacati se ci rifiutiamo di versare le quote in loro favore? risposta: per questo non si preoccupi, se non ce li date voi ce li da qualcun’ altro! Una riforma pensionistica mal fatta, con delle magagne a danno dei marittimi che, in un caso sono state risolte addirittura con l’intervento della Corte Costituzionale dopo 14 anni, grazie all’ intervento di qualche marittimo che si era rivolto alla giustizia; e, addirittura dopo 20 anni per l’intervento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per quelli che erano stati in continuità di lavoro a terra con alcuni armatori, altro capolavoro che, a qualcuno ha rovinato la pensione,….«Quando cammino per le strade di Ercolano o Torre del Greco incontro persone, padri di famiglia, che mi baciano le mani chiedendomi aiuto: un lavoro per se stessi, o per i loro figli. È vergognoso che la gente debba umiliarsi in questo modo. Un Paese serio non dovrebbe permetterlo». Lo ha detto Vincenzo Onorato a Flensburg, incontrando la stampa prima del varo della motonave “Maria Grazia Onorato”: «Io sarò sempre dalla parte dei 60 mila marittimi disoccupati, e tutti i miei sforzi saranno sempre per arginare questa piaga sociale. Quella è la mia gente, non gli armatori con la pancia piena e le super-ville che lucrano sulla pelle di lavoratori stranieri pagandoli 300 euro al mese»….«Disoccupazione marittimi, una piaga sociale»
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