Per Carcare, il “modello Toti” come un alibi. Che le elezioni comunali di Carcare siano il riflesso di una comunità attraversata da forze disgreganti è cosa nota da tempo. Non a caso solo un anno fa esistevano e giocavano nello stesso campionato, due squadre di calcio con lo stesso nome. Non a caso gli inventori di questo paradosso sono ora candidati in una delle 4 liste. C’è stata un’altra epoca in cui le Pro Loco erano diventate due, anche qui, il suggeritore legale di tale iniziativa è candidato in una delle liste. La quarta lista, con candidato sindaco Franceso Legario (nella foto), ultima in ordine di arrivo, fortemente politicizzata dice di rivendicare l’espressione del “MODELLO TOTI”. (Sul SECOLOXIX di oggi) |
Facciamo un salto nel passato. Sfiduciare i colleghi di maggioranza, portare il Comune al commissariamento, candidare chi ha sfiduciato nella lista opposta, quella del PD, perdere le elezioni, dire di aver sanato i vecchi dissapori con un articolo di giornale, riproporre, ai vecchi amici, per la nuova tornata elettorale, le medesime persone della sfiducia, in una triplice capriola, con la consapevolezza di aver pronta già una lista alternativa. Per poi candidare, sempre in quella lista, alcuni protagonisti della nota vicenda giudiziaria delle “spese pazze in Regione”. Usare l’alibi del “Modello Toti” per la rottura, per insabbiare il vero movente rancoroso e tribale, riflesso parziale di quella comunità, non fa onore ad una lista che si spaccia per alternativa. Forse bisognerebbe chiedere al diretto interessato, Giovanni Toti, se il suo modello operativo regionale contempli le vere ragioni di questa quarta lista |