Fuori Roma – Puntata su Savona dell’11 Marzo 2018

Fuori Roma – Puntata su Savona dell’11 Marzo 2018
Ho visto FuoriRoma, puntata su Savona, credo che tra i Savonesi abbia fatto grandi ascolti, bella puntata comunque, ne ho visto anche altre in passato e devo dire che come quella su Livorno, noi Cicciolli, abbiamo molte analogie con la città di Mascagni.
Un’altra città proletaria e portuale, che nel tempo ha cambiato rotta politica e strategia economico-industriale, un’altra città che soffre e cerca riscatto, una città dove i propri abitanti sono duri e particolari.
Savona la descrive bene Carlo Freccero

il professore centra la nostra città e i suoi abitanti, in una parola dialettale “Stundaiu” ed è così che siamo noi cittadini di questa città di mare.

Oggi dopo anni di governo rosso, la città è profondamente cambiata, ma non sa dove sta andando, ha perso la rotta e annaspa, nella speranza di risollevarsi.

La classe politica Savonese è nulla, da destra a sinistra (le ceneri) e il nuovo che avanza è praticamente zero, non propone ma sviolina contro sia la destra che la sinistra e si assiste ad una infinita campagna elettorale permanente.

Savona è la città di una finta borghesia che fa “Figo”, ma ha dimenticato completamente a livello politico il proprio passato proletario, fatto di famiglie umili e con le pezze al culo, fatta di uomini e donne lavoratori con le mani callose e la fronte tersa.

Ma oggi abbiamo questo purtroppo, abbiamo palazzi vuoti e case sfitte, abbiamo le crociere che sbarcano 1 milione di passeggeri, ma non li consideriamo, perché sono solo di passaggio, abbiamo le spiagge e qualche albergo, tanti bar e ristoranti, ma vogliamo avere un futuro turistico.

Abbiamo il Campus e la ricerca, abbiamo le eccellenze ed i presidi slow food, ma non le sappiamo valorizzare, forse perché da stundai, ci crediamo poco anche noi.

Siamo un enorme ameba che non si riesce mai a sviluppare.

La De Gregorio ha fatto un’analisi precisa e fedele della nostra città, ma soprattutto dei Savonesi, così stundai e creduloni che si affidano sempre a qualcuno e non hanno mai il coraggio di prendere in mano la loro vita, figuriamoci una città.

Noi vediamo chiudere tutte le industrie, ma aspettiamo la Maersk, abbiamo il porto semivuoto che ci illude, e speriamo nel futuro, ma in fondo mugugnamo, perché sappiamo che sarà la solita mangiatoia.

Il buon Puma è espressione di una parte della savonesità fatta anche di una sana e stundaia anarchia, di una lucida follia, che rappresenta molti Savonesi ribelli, che vanno avanti perché amano e odiano questa loro terra.

Mr. Puma al secolo Giovanni Briano è Savona, è la nostra giovinezza, I nostri sogni, la libertà dell’essere spensierati ma con le idee giuste ed i progetti confusionari di ragazzi.

Sia lui, che noi, che oggi non lo siamo più, ci riconosciamo in quei pensieri perché lui ha il coraggio di esprimere quello che molti sopiscono perché bacchettoni, perché poi non è fine e non fa Figo…

Ed è poi quello che avremmo sempre voluto pensare e dire, manca solo il coraggio di un artista che “ciocca” un po’ come il Puma, solo lui saprebbe tirarlo fuori.

Icona artistica Savonese e Leginese, fino dai tempi del Coccodrillo a Sampierdarena nel 1988-1989 assieme Bob Quadrelli dei Sensasciou, e Bobby Soul, appena tornato da Londra col Raggamuffin, con Ash & Mash che poi hanno fatto serate ovunque in Liguria, poi ha cominciato col teatro ed il sociale, ma questa è un’altra storia…

Paolo Bongiovanni

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