Impegni richiesti da Italia Nostra
ai candidati Sindaco
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Edifici Storici e beni culturali
Priamar La valorizzazione del Priamar è una necessità/opportunità in previsione di un prossimo futuro in cui l’accoglienza del turismo storico culturale diventerà per l’Italia un cespite ancor più importante di oggi.
E’ necessario che il Priamar sia maggiormente utilizzato anche con uffici e centri di specifico interesse, rispettosi ed omogenei per il contesto. Per dare maggiori possibilità di utilizzo sarà necessario aumentare gli spazi recuperati con una serie di interventi che, tenuto conto di quanto già fatto in passato, non sono particolarmente costosi.
In particolare si richiede che siano realizzati i seguenti interventi:
Inoltre si sottolinea che il Priamar deve mantenere la sua caratteristica di Rupe sul mare che lo caratterizza storicamente. Pertanto i progetti in corso per la zona a levante del Priamar devono avere la seguente prescrizione:
I progetti nella zona a levante del Priamar devono essere ad una distanza dal Priamar tale da non coprire la sua elevazione, la rupe deve emergere dal mare e non dai tetti o da piattaforme di cemento.
Recupero di San Giacomo La chiesa di S. Giacomo è l’unica chiesa medievale savonese rimasta intatta fino ai nostri giorni: riccamente decorata anche con cicli di affreschi, dotata di una stupenda copertura a capriate di legno, sovrasta l’insenatura di Miramare, oggi come avveniva dal 1472 al 1912, per 450 anni ininterrotti (prima che nel 1912 venissero installati gli impianti per lo sbarco del carbone).
E’ necessario giungere al più presto a un recupero della collina e della valletta che sovrastano la caletta di Miramare, in un disegno complessivo che comprenda il complesso di S. Giacomo (proprietà comunale), il grande edificio Liberty dell’ex-albergo Miramare (proprietà della Provincia di Savona), il vivaio comunale, il percorso dei vagonetti, la ex sede ferroviaria e le strutture a terra delle Funivie, e comprenda anche la caletta di Miramare.
Santuario Una recente iniziativa ha portato il Santuario di Savona ad essere un centro di riferimento italiano per le Confraternite, e ciò costituisce una importante opportunità di rivalorizzazione
Sarà realizzato un progetto su parte dell’area attualmente dedicata al parcheggio per ricordare e valorizzare il ruolo di centro di coordinamento delle confraternite italiane
Degrado Villa Zanelli Villa Zanelli è un gioiello Liberty dimenticato:
Deve essere valutato un utilizzo di questa struttura: prioritariamente come sede di un ente pubblico a carattere provinciale (es. ASL) ed in subordine deve essere ceduto a privati per una ristrutturazione ed utilizzo che rispetti le strutture e che agevoli la realizzazione della passeggiata lungomare tra Savona e Vado. Anche se la proprietà è regionale il Comune deve farsi promotore del recupero e di un utilizzo coerente con il valore e la collocazione del bene.
Valorizzazione del Demanio statale Oggi il demanio statale è trascurato, poco utilizzato, in fase di degrado; è in previsione il passaggio di una parte del demanio statale ai comuni.
Nel Demanio Statale è compreso palazzo Santa Chiara per il quale è già stato completato un oneroso e quasi completo recupero.
Il Comune deve essere l’elemento motore di progetto di utilizzo quale, la concentrazione a Palazzo Santa Chiara di tutti gli uffici statali e pubblici che attualmente pagano affitti in diverse collocazioni della città; mantenendo fruibili per utilizzi collettivi gli spazi di valore monumentale.
Valorizzazione culturale e turistica delle Casse della Processione del Venerdì Santo La principale attrazione della Processione del Venerdì Santo sono le “Casse”: 15 gruppi lignei di grande dimensione che illustrano le stazioni della Via Crucis. Essi costituiscono una importante documentazione artistica e storica di religiosità popolare, opera di importanti scultori del settecento e ottocento genovesi, romani, napoletani e savonesi. Questi gruppi sono conservati, nel corso dell’anno, negli Oratori delle “Confraternite”, associazioni religiose ancora molto attive; gli Oratori presentano molte opere di interesse artistico.
Il Comune progetterà e realizzerà un percorso che, rispettoso dell’ambiente ospitante, con modesti ma appropriati interventi nelle sedi storiche consenta di fruire in modo adeguato per tutto l’anno delle opere normalmente non visibili per farne un consolidato elemento di attrazione della città; va anche considerato che gli stessi oratori costituiscono un patrimonio culturale, storico ed artistico oggi sostanzialmente non fruito.
Decoro Urbano
Decoro Urbano a Savona Il decoro urbano costituisce uno dei principali motivi di lamentela da parte dei cittadini e dei visitatori; avvilisce i tentativi di rilancio dell’attrattiva della città; il degrado dell’ambiente urbano, tendenzialmente, induce un degrado nei comportamenti e dei valori di convivenza. Molte città hanno operato positivamente nel recupero del decoro urbano fornendo positivi esempi di miglioramento. Anche Savona può invertire una tendenza negativa ed avviare un progressivo miglioramento.
Sarà creato un centro di attenzione (assessorato) che, con le associazioni dei cittadini (Italia Nostra), provveda al controllo ed alla pianificazione degli interventi per il recupero del degrado cittadino; in particolare sotto i seguenti aspetti:
Il Comune si impegna a fare rispettare le regole esistenti per quanto riguarda i dehors. In particolare:
Recupero facciate storiche Il recupero delle facciate di Via Pia è stato apprezzato dalla popolazione. Appare però improprio che una delle più significative caratteristiche dell’identità cittadina debba essere limitata alla sola Via Pia. Altre strade (Via Santa Lucia, Via Verdi) presentano cassi che richiedono un attento ripristino di qualità.
Il Comune deve ordinare il ripristino di altre facciate originariamente di qualità, con un finanziamento tipo quello già erogato in via Pia.
manutenzione del verde urbano Purtroppo gran parte del verde urbano soffre di incuria,e di mancata manutenzione (bagolari di Via Stalingrado, lecci di Corso Italia, pitosfori del Prolungamento, falso pepe di Piazza del Brandale, ecc.):
Eliminazione dell’antico abuso di Via Paleocapa Da molti anni lo spazio sotto i portici che portano a Salita Schienacoste sono occupati da un vano attualmente utilizzato dalla Provincia di Savona. Il Comune sta realizzando il recupero di Monticello con un forte onere per la collettività (oltre 4,5 M€). L’abuso edilizio è fortemente conflittuale con l’immagine rilanciata onerosamente della salita di Monticello, vista da Via Paleocapa. Si tratta anche di un incongruo limite alla larghezza della salita.
Il Comune deve esigere la demolizione del vano abusivo.
Costruzione incongrua in Piazza Chabrol a Savona In Piazza Chabrol, in aderenza al palazzo storico che ospita la Pinacoteca, è stato realizzato un nuovo edificio che aggetta rispetto al fronte della Pinacoteca.
E’ possibile che nel progetto iniziale, approvato dalle autorità (Comune, Sovrintendenza) il filo del palazzo fosse differente e nell’esecutivo possa essere stato modificato, venendo ad ingombrare la facciata di palazzo Chabrol. L’effetto visivo è veramente sgradevole.
Il Comune deve verificare se il progetto approvato dalla Soprintendenza non sia stato realizzato con varianti che abbiano modificato il fronte sulla piazza; se ci fossero state varianti il Comune non deve sanare con multa ma pretendere il ripristino del progetto iniziale.
Ambiente e paesaggio
Alimentazione elettrica da terra alle navi da crociera La maggiore fonte di inquinamento cittadino è certamente la presenza continua delle navi da crociera in porto. Ciascuna ha una potenza installata a bordo pari a quella di un gruppo della centrale di Vado ed anche se non è erogata la potenza di propulsione, la potenza richiesta dai servizi di bordo (aria condizionata, servizi elettrici per 3000 persone) è di parecchi MW. In altri porti (Civitavecchia) hanno pensato a fornire la potenza elettrica da terra evitando quindi di tenere i motori accesi continuamente.
Il Comune, nell’ambito del proprio ruolo nel Comitato Portuale, obbliga l’Autorità Portuale a realizzare l’alimentazione elettrica alle navi da crociera da terra. L’investimento sarà rilevante ma certo più utile dell’insensato tunnel che collega il porto alla rotonda di Corso Mazzini (che ha distrutto l’Arsenale Sforzesco)
Porticciolo turistico nella cala di Miramare in sostituzione del porticciolo della Margonara Nel porto di Savona le Funivie hanno ormai abbandonato gli impianti di Miramare, installati nella splendida insenatura omonima a partire dall’anno 1912, nel luogo dove precedentemente, nel XIX secolo, furono realizzati i primi stabilimenti balneari della nostra città.
Il Piano Regolatore Portuale, approvato dalla Regione Liguria e dal competente Ministero nel 2005, prevede l’interramento e il tombamento di tutta l’insenatura fino al pontile di sbarco del carbone e la sistemazione in quell’area dei capannoni industriali, allora ubicati sulla punta orientale (lato Albisola) della calata adiacente al Palacrociere.
Sono passati ormai cinque anni e la situazione è completamente cambiata: i cantieri Wally e Azimut si sono trasferiti in una nuova e funzionale sede sul lato Est della darsena ottocentesca del porto ed hanno trovato una buona funzionalità: gli ammortamenti dei costi dei grandi investimenti effettuati per il trasferimento richiederanno almeno vent’anni di permanenza in questa sede.
In base a quanto sopra oggi non c’è più nessuna necessità di rispettare per Miramare le previsioni del Piano regolatore Portuale del 2005, peraltro non rispettato già per molte varianti, quale quella del terzo accosto per la Costa Crociere.
Le Funivie hanno trasferito definitivamente nella darsena alti fondali l’attività di sbarco per cui l’insenatura marittima di Miramare potrebbe essere recuperata nella sua originaria integrità e potrebbe ospitare un ampliamento del già esistente porticciolo turistico per piccole imbarcazioni.
Tale porticciolo sarebbe collocato in uno dei punti più interessanti della costa marittima del Comune di Savona e potrebbe essere collegato in modo efficace in un progetto complessivo che comprendesse la valletta che sfocia a Miramare (come già ipotizzato da molti partecipanti al concorso di idee del 1983[1])
L’ex-albergo Miramare, importante testimonianza di stile liberty, oggi abbandonato, appartenente alla Provincia di Savona, si trova pochi metri sopra la caletta e potrebbe tornare ad essere un luogo di ospitalità qualificata, con un porticciolo a pochi metri di distanza.
Sopra l’albergo insiste il quattrocentesco complesso monumentale della chiesa e del convento di S. Giacomo, patrimonio comunale che da troppi anni giace abbandonato e inutilizzato, nonostante la posizione di particolare bellezza. Il Chiostro presenta spazi riutilizzabili come sedi di artisti (lo fu per un certo periodo di tempo) e artigiani. Oggi, nel poco spazio praticabile, ospita un centro di ricerca sull’energia solare ed un circolo ricreativo.
Sulla stessa valletta, sostanzialmente conservata grazie alla servitù dei vagonetti, oggi dismessi, insiste anche il vivaio comunale che dà una bella area di verde qualificato.
Va sottolineato che ci troviamo a trecento metri da Piazza Leon Pancaldo e quindi dal centro della città.
E’ da ricordare che Miramare si trova esattamente davanti all’accosto della Costa Crociere. per cui la sistemazione della valletta è molto importante come biglietto da visita della città.
Nell’ottobre del 2006 il Sindaco di Savona e l’Autorità Portuale hanno firmato un protocollo d’intesa finalizzato anche a definire “questioni relative all’ottimizzazione dell’assetto delle aree risultanti dalle dismissioni delle funivie a Miramare”. In conseguenza di questo accordo è stato disegnato un progetto di riempimento della caletta per realizzare dei capannoni.
L’accordo in questione appare a Italia Nostra particolarmente insensato: non risponde ad alcun criterio urbanistico il realizzare dei capannoni lungo la linea di costa che dovrebbe condurre a da Savona ad Albisola e che dovrebbe essere uno dei fattori trainanti dell’attrattività di Savona. Ci troviamo lungo l’Aurelia che costituisce l’elemento fondante del Piano Paesistico ligure. I capannoni, se ancora necessari, possono avere collocazione in qualunque altra area del porto, oggi sottoutilizzata.
Oggi il porticciolo ospita circa 150 imbarcazioni: togliendo l’ingombro delle Funivie e prevedendo un utilizzo esteso fino alla Torretta si può arrivare a oltre 450 posti barca, realizzando così il 70% di quanto previsto per il porticciolo della Margonara, senza occupare preziosi metri di costa e senza riempire il mare con una nuova diga foranea.
Una buona progettazione potrebbe recuperare il volume di silo del carbone (la maglia quadrata dei pilastri lascia una luce libera di 6 m) trasformandolo in porto secco cioè deposito per barche di piccola dimensione, da insilare con mezzi meccanici (alcuni esempi sono operanti in Francia e USA). Una prima analisi fa valutare in circa 150 le barche così ospitabili, destinate ad una nautica più popolare.
E’ anche possibile che un disegno creativo recuperi anche parte delle strutture del pontile per dare elementi di attrazione di particolare significatività che mantengano una citazione del passato industriale della città.
Il Comune annulla l’accordo con l’Autorità Portuale; sostituisce l’intervento alla Margonara con la realizzazione del porticciolo nella cala di Miramare
Conservazione del paesaggio nell’usi di fonti rinnovabili di energia Lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile è una necessità da affrontare tenendo conto anche degli aspetti negativi che un uso poco attento possono costituire per il paesaggio; ciò in particolare quando si possono sospettare intenti speculativi più che produttivi:
Vietare la posa di pannelli fotovoltaici direttamente sul terreno; consentire l’uso di pannelli soltanto nella modalità integrata (e non semi integrata o non integrata) secondo le definizioni del GSE[2];
Mettere il vincolo che le pale eoliche possano essere insediate solo dove sia documentata la disponibilità di vento per almeno 2500 ore/anno (valore medio adottato in Europa, in Italia il valore consuntivato è inferiore a 1500).
Difesa idrogeologica Per la difesa idrogeologica è necessario ridurre la velocità di deflusso dell’acqua, come dimostrato dalle ultime, numerose alluvioni.
Emettere le seguenti prescrizioni per l’attività edilizia:
Riqualificazione del settore della produzione di elettricità La Centrale di Vado ha in produzione due centrali, una moderna, avviata nel 2007, alimentata a gas che, con il suo ciclo combinato ha un’efficienza del 57% ed un’altra obsoleta, avviata nel 1971, alimentata a carbone, con ciclo a vapore che ha un’efficienza del 32%. In Italia quasi tutte le centrali di quella generazione oggi sono state sostituite. La differenza di efficienza e di combustibile (carbone anziché metano) fa sì che per ciascun kWh prodotto la unità produttiva vecchia inquina il triplo.
La parte della centrale che risale al 1971 è da radiare in quanto utilizza tecnologie oggi sostituite in tutto il mondo con tecnologie meno inquinanti.
La centrale di Vado spreca enormi quantità di calore gettandolo in mare, mentre a poca distanza una popolazione urbana consuma combustibile in calderine fortemente inquinanti.
Deve essere posto il vincolo nel regolamento edilizio che nel territorio comunale a ponente del Letimbro ed a valle dell’autostrada tutte le nuove costruzioni e le ristrutturazioni pubbliche e private debbano essere predisposte per usufruire del teleriscaldamento
Riduzione dei consumi energetici in edilizia Le leggi nazionali e locali hanno orientato correttamente le nuove costruzioni al risparmio energetico nel settore delle costruzioni civili private. Però è noto che gli edifici comunali (municipio, scuole, uffici distaccati) siano particolarmente caratterizzati da spreco energetico.
Deve essere realizzata una certificazione energetica per gli edifici pubblici come premessa ad un intervento specifico finalizzato al risparmio energetico Riduzione dei consumi elettrici pubblici Anche Savona è stata vittima della moda, dilagante nell’arredo urbano, degli spot inseriti nei lastricati. Si tratta di una moda insensata (acceca il passante ed impedisce di vedere gli ostacoli), consuma inutilmente energia e causa inquinamento luminoso.
Deve essere prescritto ai progettisti di sistemazioni di spazi pubblici che l’illuminazione sia esclusivamente rivolta verso il basso.
Urbanistica e uso del territorio
Correzione al meccanismo delle conferenze dei servizi Le Conferenze dei servizi sono nate per accelerare la realizzazione di iniziative che sono di maggiore interesse per la collettività e che richiedono varianti agli strumenti urbanistici.
In alcuni casi le Conferenze dei servizi sono andate ben oltre allo scopo iniziale e sono servite per ottenere varianti di interesse dell’imprenditore superando vincoli e informativa degli strumenti tradizionali di pianificazione. In molti casi nell’ambito della Conferenza dei servizi si sono affermati motivi di interesse della collettività che sono stati valutati con eccessiva generosità da parte della parte pubblica, superando di fatto le prescrizioni dei Piani Regolatori, le rappresentanze dei cittadini, le minoranze, le associazioni ed i privati non coinvolti.
E’ necessario recuperare la trasparenza e la correttezza della valutazione del bene pubblico (6 posti auto in un bosco non sono un bene pubblico).
Sarà corretta la procedura del Comune di Savona portando alla pubblica definizione in Consiglio Comunale la definizione di interesse pubblico per ogni iniziativa.
Previsione di costruzione di residenze sulla spiaggia del litorale di Ponente (Cantieri Solimano, Supermercati Famila e Lidl) Già nel 2001 nel documento di preparazione al PUC “indirizzi strutturanti” approvato in consiglio comunale, si presentava la visione di:
Successivamente, nel “progetto preliminare del piano urbanistico comunale”del 2004, i temi appena descritti erano ripresi grosso modo nella stessa forma sottolineando che lo spostamento della linea ferroviaria insieme alla dismissione di importanti fabbriche, come i cantieri Solimano, davano una grande occasione per poter offrire un’immagine turistica con spiagge,giardini e con una finalità complessiva “costituire un percorso che assuma la veste di una promenade che si snodi lungo tutto l’arco costiero della città dal Priamar sino al confine di Vado”.
Invece il PUC, per il cantiere Solimano e i supermercati Famila e Lidl, prevede un insediamento uso abitativo e servizi con edifici di più piani, non ostante che ci si trovi sulla spiaggia. La spiaggia non è una spiaggia qualunque ma una delle più lunghe e meglio conservate spiagge della Liguria. Va ricordato che recentemente a Bari un palazzo costruito sulla spiaggia è stato abbattuto.
Italia Nostra chiede che siano realizzati edifici di dimensioni minori e non di residenza ma di fruizione collettiva e di valorizzazione turistico ambientale.
Piano Casa e ristrutturazione del patrimonio edilizio Il sistema abitativo savonese è caratterizzato da un patrimonio edilizio smisurato come estensione (potrebbe ospitare 105.000 abitanti) ma inadeguato come dimensione del singolo alloggio: nel centro urbano gli appartamenti sono eccessivamente grandi per la dimensione delle famiglie (che si è ridotta da oltre 5 unità a circa 2), ma gli oneri di urbanizzazione disincentivano i frazionamenti; la conseguenza è che le nuove famiglie richiedono spazi di nuova costruzione anche di fronte ad una disponibilità smisurata di costruito. A Savona, mentre la popolazione è diminuita significativamente, il numero delle famiglie è sempre aumentato.
Decementificazione delle spiagge La Liguria con le sue spiagge deve offrire una fruizione più articolata come scelta di servizi (da nessun servizio alla completezza dei servizi di qualità) ma deve essere contrastata la tendenza a cementificare le spiagge fornendo anche servizi “pesanti” in contrasto con la necessità di mantenere la leggerezza del sito.
Emettere indicazioni per l’alleggerimento del fronte mare con costruzioni che non usino cemento e acciaio
Orti urbani a Savona Italia Nostra ha sottoscritto un accordo con ANCI (associazione dei comuni italiani) e con CDI (Coldiretti) per la realizzazione di orti urbani nelle città italiane.
A Savona esiste già un’area dedicata e ci sono numerose aree potenzialmente adatte reperibili nella città
Il Comune realizzerà una serie di iniziative in tutti i quartieri della città, iniziando dall’area dell’ex vivaio comunale (Via Amendola) ove c’è un progetto relativo a 500 m2, già individuati
Riduzione dei consumi energetici in edilizia Le leggi nazionali e locali hanno orientato correttamente le nuove costruzioni al risparmio energetico nel settore delle costruzioni civili private. Però è noto che gli edifici comunali (municipio, scuole, uffici distaccati) siano particolarmente caratterizzati da spreco energetico.
Deve essere realizzata una certificazione energetica per gli edifici pubblici come premessa ad un intervento specifico finalizzato al risparmio energetico
Politiche nel settore dei rifiuti Savona presenta una situazione di parametri particolarmente arretrata in confronto alle altre provincie settentrionali.
A Savona sarà realizzata la raccolta domiciliare
Il territorio savonese è già pesantemente penalizzato per le discariche dismesse (Cima Montà) ed esistenti (Bossarino e Boscaccio); è in esame l’idea di realizzare una nuova discarica a Passeggi al servizio di tutto il ponente ligure. La realizzazione di questa discarica porterebbe a Savona l’inquinamento dell’imperiese, porterebbe ad un assurdo spreco di soldi in trasporti e indebolirebbe la politica di riuso e riciclo, come già avvenuto per Cima Montà.
Il progetto di una discarica a Passeggi deve essere abbandonato
Mobilità Il Comune ha in discussione il Piano Urbano della mobilità.
Esso va integrato dalle seguenti richieste di Italia Nostra:
Linee ferroviarie cittadine: la linea ferroviaria Vado – Savona Marittima che ha un utilizzo ferroviario per merci assolutamente irrilevante (un paio di treni al giorno) deve collegare come mezzo di trasporto pubblico Vado alla zona del porto altrimenti raggiungibile con difficoltà [1] Il recupero fu oggetto di un approfondimento da parte della Consulta Culturale savonese che raccolse parte della documentazione disponibile [2] Il DM 19/02/2007 definisce tre tipologie d‟intervento ai fini del riconoscimento della tariffa incentivante: 1. impianto con integrazione architettonica (moduli che sostituiscono materiale da costruzione); 2. impianto parzialmente integrato (moduli posizionati su edifici o su componentistica di arredo urbano); 3. impianto non integrato (moduli ubicati al suolo o allocati con modalità diverse da quelle precedenti). |
Sintesi principali suggerimenti per i candidati
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