Il giornalista e scrittore Arcuri prosciolto
Non ha diffamato gli armatori “Messina”
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Genova – “Prosciolto perché il fatto non sussiste”. Con questa motivazione il Gup ha scagionato dall’imputazione di diffamazione aggravata a mezzo stampa il giornalista genovese Camillo Arcuri, 80 anni, iscritto all’albo dei “professionisti” dal primo gennaio 1956.
Arcuri era stato querelato dall’amministratore delegato-socio degli “armatori Messina”, per alcuni brani del libro “L’altro fronte del porto” (vedi articolo di Trucioli Savonesi n. 226 del 13 dicembre 2009 a firma di Luciano Corrado). Il fascicolo era stato assegnato alla Procura della Repubblica di Crema dove ha sede la casa editrice Mursia. Con un procedimento rapido l’avviso di reato e la convocazione per l’interrogatorio. Poi la decisione, a tamburo battente, di trasmettere il fascicolo ai colleghi di Genova per competenza, attuando un indirizzo della Corte di Cassazione: la sede del giudizio è dove il querelante ha subito il danno.
Ora la notizia che dopo l’udienza davanti al Gup è scaturito il proscioglimento con formula ampia. Il libro di Arcuri, dato alle stampe e presentato nel corso del 2009, affronta tanti tasselli della “porto story”. Il fulcro, per l’autore, è stato il “massacro del galantuomo presidente Novi”.
Camillo Arcuri ha lavorato come inviato speciale a “Il Giorno”, il “Corriere della Sera”. E’ stato collaboratore dell’Espresso e capo redattore de Il Secolo XIX nel periodo caldissimo della “Teardo story”. Tra i libri pubblicati: La trasparenza invisibile (Marietti), Colpo di Stato e Sragione di Stato (Rizzoli).
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