ARECCO: “FUORI TUTTO, FUORI TUTTI!”
Elezioni amministrative, o referendum?
Per la città di Savona, il ballottaggio che si svolgerà il 19 Giugno prossimo rappresenterà qualcosa di più di un semplice appuntamento elettorale.
La nostra comunità, questa volta, avrà la possibilità di voltare realmente pagina.
La scelta avverrà tra due modelli di città radicalmente differenti.
Come in un referendum, si tratterà di votare SI, oppure NO!
Votare NO, per i savonesi…
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significherà rifiutare, dopo dieci, interminabili, anni, il modello di città pensato e voluto dai vari Berruti, Martino, Costantino, Lugaro & c. Un modello che ha portato ad avere un deficit finanziario del bilancio comunale oramai fuori controllo. Una città in cui il sistema economico, fino ad oggi, è stato prevalentemente condizionato dal sistema delle cooperative. Una città in cui la solidarietà spesso si è rivelata ipocrita e pelosa, buonista ma non buona. Una città in cui molti, “con la politica ci campano” e, diversamente, non saprebbero come sbarcare il lunario. Una città in cui il sistema delle società partecipate comunali dovrà essere integralmente rivoluzionato, mandando a casa coloro, che hanno dimostrato di non possedere le giuste qualità per dirigere, o amministrare un’azienda. Una città da cui i giovani fuggono e in cui gli anziani ricordano con nostalgia i tempi lontani in cui Savona era operaia e operosa. Una città in cui il tema della sicurezza percepita è stato trascurato e minimizzato dall’amministrazione comunale. Una città che non è stata capace, da sola, di difendere il proprio porto. Una città che non ha compreso la necessità di stringersi a testuggine a difesa del Suo ospedale, il San Paolo, lottando affinché non si pensi di farlo declassare, o di chiudere e fare trasferire altrove importanti reparti. Una città che finora ha visto la partecipazione popolare con noia e fastidio snobistico. Una città in cui sono sempre gli stessi a vincere e tutti gli altri a concorrere senza speranze. Votare SI significherà provarci. Significherà rimboccarsi le maniche e dedicare una parte sostanziale della propria vita privata e lavorativa al bene della comunità. Significherà non avere sponsor, o padrini, ed essere soli … soli con i cittadini. Significherà avere un sogno e, finalmente, cercare di realizzarlo, senza promettere nulla e senza pensare di essere stati “unti dal Signore”. Significherà ascoltare e collaborare con tutti, compresi coloro che, in consiglio comunale siederanno sui banchi dell’opposizione. Mi piace concludere queste mie riflessioni con una poesia di Pablo Neruda: “Lentamente muoreLentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca o colore dei vestiti, chi non rischia, chi non parla a chi non conosce. Lentamente muore chi evita una passione, chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni; emozioni che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti agli errori ed ai sentimenti! Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, chi rinuncia ad inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia e pace in sé stesso. Lentamente muore chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare! Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità”. “Ecco, io, personalmente, non ci penso minimamente di morire lentamente in questa Nostra città”. LiberiAMO Savona Massimo Arecco |