Risposta all’intervista del Segretario PD Di Tullio È da più di un anno che sono capogruppo della lista Vado Viva per Caviglia e ora Assessore ai Servizi alla persona e alla Pubblica Istruzione, sino ad oggi mi sono limitato a replicare nelle sedi istituzionali. Ora però, a seguito dell’intervista rilasciata dal Segretario Provinciale del PD a “Il secolo XIX” il 27 11 2010 mi sento in obbligo di esprimere alcune valutazioni in merito…. |
Incomincio dalla prima immagine che mi viene alla mente quando penso al PD: è quella di un nugolo di mosche chiuse all’interno di una bottiglia. L’apertura c’è ma è estremamente difficile da raggiungere, soprattutto se, come d’uso, si continua a sbatacchiare di qua e di là senza una strategia precisa. Direi che questa immagine trova conferma nell’affermazione del Segretario Di Tullio, il quale così sintetizza il brillante programma del PD savonese “Secondo me non è più questione di lavoratori, ambiente, destra o sinistra, ma soprattutto di prospettive di sviluppo e occupazionali e quindi di occasioni da non perdere, tutte quelle che capitano». Ma non basta, siccome dalle stanze del PD Savonese in nome della modernità e del cambiamento è stato abolito il quadro di Lenin, il Segretario propone, come d’obbligo, nuove categorie interpretative, non più “destra e sinistra” ma “cicale e formiche”. E qui credo che, poco esperto in entomologia e forse, anche in fiabe, cada in un clamoroso errore. A noi, vecchi uomini di sinistra, raccontavano che la cicala cantava dal mattino alla sera senza lavorare sprecando tutte le risorse disponibili, mentre la formica risparmiava chicco dopo chicco pensando al futuro. Ora invece, grazie al Segr. Di Tullio, impariamo che è il contrario. Chi trasforma aree industriali in aree residenziali (non importa se di destra o di sinistra), chi vuole aumentare il consumo di carbone per produrre energia elettrica in sovrabbondanza senza curarsi della salute dei cittadini(non importa se di destra o di sinistra), chi occupa mare e spiagge con porti per le imbarcazioni dei ricchi (non importa se di destra o di sinistra) è la formica. Chi invece propone uno sviluppo qualitativo e non quantitativo, sostenibile ed ecocompatibile, che non pregiudichi le risorse per le future generazioni opponendosi a faraonici e fallimentari progetti; chi, rimanendo nella legalità, tenta di ostinatamente di percorrere tutte le strade possibili per opporsi all’ampliamento della Tirreno Power; chi propone diversi stili di vita improntati alla sobrietà e all’anticonsumismo è una cicala. Mi pare che l’errore sia marchiano ed evidente a tutti. Qualche amico fidato dovrebbe spiegare al Segretario del Pd che forse è opportuno tornare alle vecchie categorie, infatti, purtroppo per lui, esistono ancora differenze importanti tra destra e sinistra che gli permetterebbero di comprendere meglio ciò che sta accadendo . Una vecchia, ma ancora viva e perspicace tradizione infatti ci insegna che alle imprese interessa il profitto, e che, se sono costrette a ridurre i prezzi, si ingegnano per ridurre anche i costi, così il lavoro finisce sotto attacco. Nei settori ad alta tecnologia la strategia prescelta è l’automazione, negli altri settori si opta per il trasferimento della produzione nei paesi a bassi salari. Il risultato è una classe lavoratrice mondiale più povera, ma le imprese, invece, si fregano le mani: dal 2001 al 2005 la quota di ricchezza mondiale finita ai profitti è cresciuta dell’8%. Quanto di questo surplus è stato reinvestito in attività produttive ? Quasi nulla, con la conseguente esplosione della finanza, un effetto dovuto alla sfiducia dei capitalisti nella capacità di vendita del sistema. Quando la massa salariale scende, le prospettive di vendita si riducono; è inutile investire in nuove attività produttive. Meglio buttarsi nella speculazione, l’arricchimento tramite l’azzardo, la compravendita di immobili e titoli, non importa se veri o fasulli. A fine 2008 il sistema ha dovuto ammettere lo stato di crisi ed ha chiesto ai governi di intervenire per poter riprendere il cammino e accumulare nuovi profitti fino alla crisi successiva. Ma, nonostante questo, nessuno prende in considerazione che le risorse si stanno esaurendo, il clima sta impazzendo, le tensioni sociali si stanno aggravando e che, per evitare il tracollo occorre cambiare il paradigma di riferimento: e’ necessario passare dall’economia della crescita all’economia del limite, dall’economia della precarietà all’economia della sicurezza, dall’economia dell’avidità all’economia dei diritti. Un’economia equa, sostenibile e solidale, capace di garantire a tutti un’esistenza dignitosa nel rispetto del pianeta. Una strada da imboccare al più presto perché la doppia crisi, ambientale e sociale, non ci lascia più molto tempo. Ed oggi che migliaia di persone rischiano il licenziamento, che le entrate di molte famiglie rischiano di non coprire neanche i bisogni fondamentali, bisogna certamente agire per affrontare l’emergenza ma nell’ottica di un radicale cambiamento del sistema. Non vanno certo in questa direzione i progetti che il Pd e la CGIL savonesi sostengono. Queste poche, parziali, non esaustive considerazioni mi spingono a trarre comunque una conclusione: l’elegante epiteto “faccia di tolla” (attribuito dal Segretario Di Tullio al Sindaco di Vado che coerentemente e onestamente sta cercando si realizzare il programma per il quale è stato eletto) è certamente più adatto proprio a Di Tullio, che guida un partito che ha avuto i voti di chi ancora crede nell’esistenza di una sinistra e che afferma, invece, che tra destra e sinistra non c’è alcuna differenza; con buona pace di chi l’ha votato. Piero Borgna capogruppo della lista Vado Viva per Caviglia e ora Assessore ai Servizi alla persona e alla Pubblica Istruzione |