Il Priamar, una rupe sul mare che Savona non è capace di valorizzare.
La fortezza fu costruita nel 1542 su progetto dell’ingegnere Giovanni Maria Olgiati, nel XVII secolo fu dotata di bastioni progettati dall’ingegnere del re di Spagna Domenico Sirena e nel XVIII secolo furono costruiti i Palazzi del Commissario, degli Ufficiali e quello della Sibilla, nel 1820 divenne bagno penale.
Con questa storia alle spalle la valorizzazione del Priamar, in un Paese in cui l’accoglienza del turismo storico culturale è di capitale importanza, specialmente in una città che turisticamente ha ben poco da offrire, è un’opportunità che solo amministrazioni condotte da politici miopi può perdere.
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Nel tempo sono stati effettuati interventi in cui non si è minimamente tenuto conto che a volte “se la montagna non va da Maometto….è Maometto che deve andare alla montagna!” ovvero, se si vuole che il Priamar sia vissuto basta costringere anche i savonesi a salire in fortezza e per fare ciò, come avviene ad esempio a Mantova, basta trasferirvi uffici e centri di specifico interesse, rispettosi ed omogenei per il contesto.
Oltre agli uffici, per dare maggiori possibilità di utilizzo vanno aumentati gli spazi già recuperati, con una serie di interventi che, tenuto conto di quanto già eseguito nel passato, non sono particolarmente costosi. Vediamone alcuni: – inserire un nuovo accesso dalla direttrice di Corso Italia (magari con scale mobili); riaprire, nel Baluardo di S. Bernardo, l’Ostello della Gioventù (è una vergogna mandare i ragazzi in un posto irraggiungibile come la Conca Verde!!); vanno messi a disposizione, per botteghe di artisti ed artigiani, i due piani più bassi del Palazzo della Sibilla; va indetto un bando, per affidamento a privati per iniziative, anche commerciali, di interesse collettivo relativamente alla Polveriera; va realizzata, come da progetto Pelagos, la struttura audiovisiva mirata a promuovere il Centro per il Santuario dei Cetacei, nel Bastione di Santa Caterina; per la Cittadella, mentre va escluso nel modo più rigoroso qualsiasi ipotesi di costruzione di edifici o sovrastrutture, va previsto un piano di graduale esplorazione archeologica. Voglio stendere un pietoso velo di silenzio sulle diatribe tra “poveri di idee” che hanno caratterizzato il progetto per il percorso pedonale, intorno alla fortezza lato mare, tra i giardini del Prolungamento e la Darsena ma ricordo invece che non vanno assolutamente dimenticati gli spazi, sul lato Prolungamento, gli edificati alla base del Priamar che oggi sono adibiti a magazzini ma devono essere valorizzati per un uso pubblico o privato coerente con il contesto. Ma il Priamar deve mantenere la sua caratteristica di Rupe sul Mare che lo caratterizza storicamente e perchè ciò sia possibile i progetti in corso nella zona a levante, non voglio in questa sede esprimere il mio pensiero sul Crescent 2, devono essere ad una distanza dal Priamar tale da non coprire la sua elevazione. La rupe deve emergere dal mare e non dai tetti o da piattaforme di cemento. Arrivederci Claudio Maineri |