Chiesa e pedofilia:
si rischia la psicosi di massa
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Penso sia giunto il momento di prendere posizione in merito ai casi di pedofilia nella chiesa savonese e non solo. Premesso che qualsiasi atto di questo tipo va duramente punito e che molto spesso ci sono stati colpevoli insabbiamenti, premesso che non credo in nessun alleggerimento della colpa per causa psichiatrica perché anche alla follia c’è un limite, occorre da subito chiarire che non si può portare nella direzione del sospetto tutta la classe sacerdotale. L’accanirsi di molti personaggi che con azioni di forte richiamo calamitano l’attenzione dei media rischia di provocare psicosi di massa per la quale preti e frati vengono guardati con sospetto. Basta leggere i tanti commenti alle vicende su Facebook e Blog vari. La verità va cercata con decisione attraverso Magistratura e organi inquirenti, con la massima riservatezza vista la delicatezza della questione. Tradotto in soldoni: se mio figlio fosse fatto oggetto di attenzioni particolari vado in Questura e denuncio il colpevole, magari anche autodenunciandomi per averlo preso preventivamente e pesantemente a calci. Non mi sogno neppure di alzare una gogna in piazza, anche perché la legge del carcere sarà ulteriore punizione… Questa è la strada da seguire a meno non si creda follemente che Polizia, Carabinieri e Magistrati prendano sottogamba queste situazioni. Qui si sta rischiando di distruggere delle vite magari per qualche antipatia o patologia, cosa già successa molte volte in passato. Si sta rischiando di sradicare dalle coscienze la fede. Gli articoli a tutta pagina di molti giornali stanno creando allarme nei genitori comportando un allontanamento preventivo dei bimbi dall’ambiente ecclesiastico, creando un vuoto che arriverà a creare l’annientamento non dei preti ma della cristianità. Perché questo sarà l’effetto finale Un sessantenne suonato come me che ha vissuto le stagioni degli oratori senza subire nessuna attenzione particolare, come centinaia di coetanei, sa quanto siano stati importanti quegli anni vissuti a contatto con sacerdoti che ti lasciavano giocare senza importi neppure la messa domenicale. Attenzioni che arrivavano magari nella scuola e nell’ambiente sportivo, senza che questo abbia portato al massacro intere generazioni di bidelli, maestri, professori e allenatori. E preoccupa il silenzio della chiesa, rannicchiata in sé stessa nella logica dell’attesa che la bufera passi, della politica, preoccupano i discorsi che si sentono nei locali pubblici dove il ritornello sembra essere fare di tutta un’erba un fascio. La frase ascoltata in un autobus da un ragazzo ad un coetaneo: “Sei più frocio di un prete…” è un segnale devastante. Occorre da subito chiarire che per un sacerdote che si macchia di un reato infamante come la pedofilia ne esistono migliaia che portano avanti la loro missione con abnegazione e fede, spesso senza mezzi e in solitudine. Un ingegnere o un minatore ladri non significa certo che tutti gli ingegneri e i minatori lo siano. Scavare nel passato alla frenetica ricerca, mi si permetta torbida, di episodi con protagonisti uomini di chiesa è qualcosa che fa pensare. Cui prodest? Non mi si risponda alla trasparenza e verità perché se ci sono sospetti esistono gli organi preposti a cui comunicarli, è mestiere loro indagare e giudicare. Non della piazza, che di danni ne ha sempre fatti un bel mucchio. Falco Savonese {loadposition articolo} |