L’uscita dell’autorità portuale di Savona dall’azionariato di Funivie

TANTO PER FARE UN PO DI STORIA
L’uscita dell’autorità portuale di Savona dall’azionariato di Funivie rappresenta un fatto piuttosto grave e preoccupante.
Innanzitutto perché si inserisce in un particolare momento in cui l’intera filiera del carbone rischia il ridimensionamento nella migliore delle ipotesi.
Ma qualche riflessione un po’ più approfondita sull’opportunità di questa decisione di A.P. merita di essere fatta.
Le motivazioni che hanno indotto la stessa Amministrazione sono in quanto non ritiene più necessaria tale presenza pubblica di coordinamento.

A mio modesto parere ritengo invece, ancora oggi, indispensabile la presenza di AP, quale soggetto regolatore di scelte e progetti ancora in itinere.

In primis voglio ricordare che il progetto dello spostamento delle Funivie agli Alti Fondali, con relativo collegamento tramite tunnel sub alveo con le linee funiviarie, è stato condiviso è ritenuto strategico dal territorio nel suo complesso e ha necessitato di robuste risorse pubbliche per la realizzazione, risorse che in parte sono servite per altre opere in ambito demaniale

Non solo. Nel 2007, dopo un periodo di commissariamento, il Ministero dei Trasporti ha affidato in concessione, tramite bando di gara, l’infrastruttura funiviaria alla Società Funiviaria alto Tirreno

Inoltre, nell’Accordo di Programma per il rilancio e lo sviluppo della Val Bormida, l’articolo 6 di tale accordo “ristrutturazione del sistema carbone e miglioramento ambientale” l’autorità portuale ha un ruolo determinante nella sua piena attuazione.

Con particolare attenzione alla funzione del più efficiente coordinamento fra terminal – trasporto funiviario e struttura di stoccaggio, con la realizzazione e conseguente miglioramento ambientale, dei parchi carbone di Cairo Montenotte, tramite la costruzione di una struttura di copertura dei parchi stessi.

Proprio per questo e per ridurre progressivamente il contributo pubblico a Funivie fino ad esaurimento, il Ministero dei Trasporti, ha strutturato il procedimento di gara sopra evidenziato.

Il punto 6 dell’Accordo di Programma termina impegnando tutti i soggetti pubblici e privati sottoscrittori, nei rispettivi ruoli e competenze a sviluppare ogni utile iniziativa di coordinamento.

Ricordo che il punto 6 dell’Accordo che avrebbe dovuto essere lo strumento che ridava slancio al futuro industriale della Val Bormida, ad oggi purtroppo come ben sappiamo, è l’unico punto che è andato avanti.

Concludendo, mi pare che ci siano sufficienti ragioni per sostenere inopportuna la scelta dell’Autorita’ Portuale di uscire dall’assetto societario di Funivie

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