Chi è di scena? La magistratura.

Comune di Savona: martedì 28 ottobre.
Chi è di scena? La magistratura.
   Martedì nella Sala Rossa del Comune l’ AUDIZIONE IN COMMISSIONE CONSILIARE DELLA RETE FERMIAMO IL CARBONE PER ESPORRE LE RAGIONI DEL NO ALLA RIAPERTURA DELLA CENTRALE A CARBONE TIRRENO POWER.
Aperta alla cittadinanza e improntata alle motivazioni che stanno alla base della contrarietà all’uso del carbone, per contrastare i cambiamenti climatici e tutelare la salute e l’ambiente, ha visto la partecipazione anche di numerosi lavoratori dell’azienda.
Interessanti gli interventi di Maurizio Loschi di Medicina Democratica e di Gianfranco Gervino di Uniti per la Salute, ricchi di dati scientifici e di documenti giudiziari facenti parte dell’Ordinanza della Procura di Savona, la stessa che ha decretato, il marzo scorso, la chiusura dell’impianto per DISASTRO AMBIENTALE.

Dopo lunga trattazione dei dati supportati da analisi, mappe, grafici e documenti originali, frutto di un percorso durato circa sette anni, il consigliere PD, Federico La Rosa, dichiarando la sua soddisfazione per essere “andato al mercato di Savona”, come sostiene lui, “tra la gente”, a fare proseliti raccogliendo firme per la riapertura della centrale a carbone, fa ironia su chi si lamentava della presenza “di quattro dita di carbone sul davanzale di casa” ed esaltava la sua  impresa come se la vicenda potesse essere delegata e decisa, oggi, alle massaie del mercato.

Sette anni di silenzi, di contraddizioni, d’ipocrisie e falsità elettoralistiche, raggiri e soprattutto coperture dell’azienda che, di fatto, continuava imperterrita a sentirsi protetta nel suo operato.

Ma l’aspetto più raccapricciante è stato quando tra l’approvazione di molti lavoratori, egli asseriva che, in un paese normale, la Magistratura non si dovesse sostituire alla politica.

 Sì in un paese normale, dove la politica non diventa complice di reati.

     

Per straordinaria coincidenza, nella sala accanto, era di scena la Magistratura, quella con la M maiuscola, quella del Giudice Michele Del Gaudio. Quella che negli anni ’80, fortunatamente si “sostituiva” alla politica per fermare il malaffare della stessa, che stava già diventando routine a Savona e in tutta la Liguria.

 Quella Magistratura che colpiva i protagonisti dello scandalo per corruzione e associazione per delinquere più famoso dell’allora storia italiana ( ndr. Si ricordi Nanni Moretti nel Portaborse). 

I giudici di allora Granero e Del Gaudio ci diedero una nuova speranza e ci convinsero che l’illegalità non dovesse essere parte di un sistema politico.

Nella Sala Rossa, La Rosa (PD) e Bracco ( PdL), visibilmente a caccia di voti, facevano in una commissione consigliare aperta al pubblico, i loro comizi fuori tempo massimo.

Fuori tempo massimo, dopo relazioni con riscontri scientifici e dati alla mano, analisi prodotte e sottoscritte da scienziati e da Uffici pubblici, come quelli regionali, che oggi proprio in odore di elezioni e di primarie, agiscono come se non ci fossero mai stati.

La Rosa ha esordito facendosi, egli stesso, il titolo dei giornali del giorno dopo, ma il titolo non è quello.

Per accaparrarsi consensi da parte dei lavoratori, che ancora una volta si affiancano alla classe politica, la stessa che negli anni passati li ha danneggiati, decide di ignorare quanto è contenuto a livello scientifico e giuridico nell’Ordinanza della Magistratura savonese e dichiara pubblicamente di chiedere al Governo che la centrale sia dichiarata SITO STRATEGICO per poter essere riaperta come nulla fosse successo!

Altro che ambientalisti, altro che magistratura: la follia sta portando la classe politica savonese e ligure allo sbando, fuori dalla realtà delle cose.

La follia che costringe Bracco, a conclusione del suo intervento, forse a caccia di un applauso a dichiarare: “mi dispiace ma io tra lavoro e salute  scelgo il lavoro!”

 ANTONIA BRIUGLIA                                             

Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.

        Lao Tze

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