QUALCOSA SI MUOVE A GENOVA E GLI INDUSTRIALI SUONANO LA SVEGLIA!

QUALCOSA SI MUOVE A GENOVA E GLI INDUSTRIALI SUONANO LA SVEGLIA!

 

Qualcosa forse finalmente si muove in Liguria, a partire da quel di Genova! Dopo anni e anni di analisi e denunce condotte, quasi in perfetta solitudine, s’intravede una positiva svolta e s’inizia a prendere coscienza della qualità “strutturale” della crisi economica ligure e dei guasti indotti nelle filiere produttive, nell’occupazione e nelle condizioni di reddito.

Per chi ha occhi per vedere e testa per capire, il quadro demografico, economico, sociale della Liguria e delle sue Province è da “Bollettino di Guerra” in corso; con l’esplosione di nuove e inesplorate diseguaglianze sociali.

I danni – già provocati – dal disastro del ciclo lungo della crisi 2008-2013, sono racchiusi in pochi ma semantici dati: decrescita consolidata del 9 per cento, crollo degli investimenti fissi lordi del 27,7 per cento e della produzione del 25 per cento, caduta dei consumi delle famiglie dell’8 per cento, perdita netta di occupazione di oltre 38 mila unità.

Sono stati bruciati 4 mila milioni di euro in termini di ricchezza : è come se si fosse abbattuto un tornado che ha spazzato via 11 anni della vita della Liguria e ci fossimo tutti svegliati nel “ritorno al passato” del 2003!

Adesso finalmente comincia a prendere corpo la consapevolezza “diffusa” del cambio storico di fase e dell’urgenza di dare una “scossa” innovativa, mettendo in campo le migliori forze di cui dispone questa nostra Regione.

Dopo il Congresso regionale della CGIL della fine del marzo scorso, ha continuato il Cardinale Angelo Bagnasco, invitando a pranzo a Villa Campostano, un po’ di laici (lasciamo perdere la parzialità degli inviti della rappresentanza sociale: “Omnia munda mundis”), per “un ampio scambio di vedute circa i principali problemi e le concrete prospettive di crescita e di sviluppo della Città, nel segno del comune amore per Genova”.

Ora si muove Confindustria Genova che, con il suo Presidente Giuseppe Zampini, ex manager di Ansaldo Energia, convoca, dopo l’Assemblea generale “ordinaria”, l’Assemblea Pubblica per lunedì prossimo 30 giugno, presso la Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, con il titolo che è tutto un programma: “I perché di un insuccesso – Evitare gli errori di ieri per le scelte di oggi”. 

Per chi conosce linguaggi e riti delle Relazioni Industriali e le diverse modalità di comportamento degli Industriali, capisce che ci troviamo di fronte ad un appuntamento di lavoro,come dire, “ non ordinario” e “rituale”, ma ad un possibile incrocio di svolta: Confindustria di Genova scende in campo aperto per denunciare il declino della Città e cercare una via d’uscita mettendo in campo idee, progetti e speriamo…investimenti e disponibilità imprenditoriali dirette.

Il messaggio della “chiamata” è chiarissimo e in larga parte anche innovativo: “La crisi che attanaglia Genova non è un fatto occasionale, passeggero o derivante da cause esterne diverse dai mali che fanno dell’Italia un’eccezione nel contesto europeo. Riconoscere gli errori in cui siamo incorsi e i motivi che li hanno generati è il primo passo per cambiare metodo e strada”. 

A discutere di criticità e opportunità di fronte ad un nutrito Parterre della società imprenditoriale ligure, un pool di attori di tutto rispetto: il saluto del Cardinale, lo stesso Zampini, il Presidente della Port Authority di Genova Merlo, il Presidente della Regione Burlando, il Sindaco di Genova Marco Doria e due Ministri del Governo Renzi: Roberta Pinotti (Difesa) e Maurizio Lupi (Infrastrutture e Trasporti); il tutto coordinato e moderato dall’editorialista-economista Enrico Cisnetto.

Se – come pare – si abbandonasse il terreno tutto “difensivo” e ripiegato su stesso e ci si cominciasse a interrogare sul perché e il per come Genova e la Liguria stanno diventando l’anello debole del Nordovest, perdendo identità e posizioni nelle filiere industriali innovative e declinando nella decrescita a un ritmo superiore rispetto all’area territoriale di riferimento e si iniziasse a rimuovere nei fatti i colli “infrastrutturali” di bottiglia, forse potrebbe delinearsi un nuovo scenario di ripresa e di speranza anche per l’occupazione e il lavoro.

Se son fiori, fioriranno….intanto Genova si scrolla di dosso l’apatia e il mugugno e comincia a muoversi – almeno nelle intenzioni – su un binario virtuoso; si muovessero anche Savona e Imperia non sarebbe davvero male!

 Bruno Spagnoletti

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