Il sistema sociosanitario così com’è organizzato non risponde al fabbisogno della cittadinanza. Di certo non è colpa del nostro personale medico, infermieristico o degli operatori socio-sanitari, che con straordinario spirito di abnegazione e professionalità danno il massimo anche in condizioni assai sfavorevoli e talvolta disumane, visti i turni massacranti e l’inadeguata fornitura di apparecchi medici e materiale di protezione.
Tutti abbiamo visto che nell’emergenza sanitaria reale solo il servizio pubblico può aiutare i cittadini. E’ ormai evidente. E lo sarà sempre.
Il principale problema da risolvere quindi è poter assumere il personale necessario per sgravare coloro che oggi danno il massimo e avere le risorse necessarie per poter acquistare tutta la strumentazione e i DPI.
La soluzione c’è.
Per poter assumere servono fondi, servono risorse. Le risorse già ci sono. Ma sono mal gestite. Ciò che blocca e disperde le nostre risorse economiche sociosanitarie sono le esternalizzazioni dei servizi, ausiliari e non, e il costante ricorso al privato convenzionato. Questo meccanismo di esternalizzazione e privatiz-zazione dei servizi è l’origine e il principale motivo dello spreco di risorse!
Il motivo è semplice. È evidente che un servizio che si fonda sulla logica del profitto (privato convenzio-nato) anziché su quella del servizio (pubblico) abbia una differente scala di priorità e quindi debba predi-ligere sistemi per aumentare il guadagno e non per aumentare lo stato di salute della popolazione.
Si tratta anche di un banale fatto di numeri. Con il privato convenzionato il pubblico è infatti tenuto a so-stenere costi aggiuntivi rispetto all’erogazione del servizio diretto, cioè interno alle ASL. Perché al privato convenzionato la Regione deve pagare anche i costi di gestione, oltre a quelli ovvi di prestazione, costi di gestione di cui non dovrebbe invece farsi carico quando il servizio è diretto, cioè pubblico.
I bilanci regionali, quelli degli ospedali liguri, quelli delle ASL e di tutti gli organi sociosanitari mostrano come le spese sanitarie siano in realtà cresciute a dismisura da quando Regione Liguria ha iniziato a esternalizzare i servizi, dalle case di riposo per anziani, alle mense ospedaliere, ai servizi sociosanitari in genere; e ad appoggiarsi a strutture e realtà convenzionate. I costi sono aumentati, costringendo quindi, per far tornare i conti a fare economia sul personale e quindi sul servizio. La sanità così non funziona, e sovente pare che il servizio pubblico sia trascurato e abbandonato a se stesso per “giustificare” ai cittadi-ni nuove e ulteriori scelte di privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi.
Non ha nessun senso aver esternalizzato i servizi o appoggiarsi a privati convenzionati, perché sia il servi-zio sia il risparmio sono maggiori e migliori quando invece la sanità è a gestione interamente pubblica.
Le risorse vanno investite nel pubblico per farlo funzionare al meglio, il personale che proviene dalle esternalizzazioni e dal privato convenzionato va progressivamente riassorbito nel pubblico e vanno fatte ex novo le assunzioni di tutto il personale ancora mancante, perché solo quello dei privati e dei servizi esternalizzati comunque non basterebbe.
Chiedo dunque ai colleghi candidati se alla luce di questi fatti intendono aderire su questo punto al pro-gramma del Buonsenso, che vuole reinternalizzare tutti i servizi sociosanitari, ausiliari e non, e ripubblicizzare ogni realtà legata all’erogazione del servizio sociosanitario pubblico regionale. Operando così un vero risparmio e un salto qualitativo essenziale.
Ufficio Stampa di Alice Salvatore Presidente ilBuonsenso